Secondo fonti di via dell’Umiltà Silvio Berlusconi e Angelino Alfano ritengono infatti che far ripartire il confronto sulle riforme sia, in questo momento, piu’ utile che controproducente. E, soprattuto, potrebbe tradursi in un vantaggio per il Pdl per preparare il dopo-Monti.
La strategia e’ doppia: da un lato "inchiodare" il Pd alla legislatura ed evitare fughe in avanti di Bersani, che secondo il Pdl sarebbe tentato dal voto anticipato per andare subito all’incasso sulla battaglia a difesa dell’articolo 18 (anche se Bersani ha smentito). Dall’altro, tenersi aperte tutte le strade in vista delle politiche del 2013: siglare un nuovo accordo con la Lega (dato pero’ tutto in salita), o lavorare per la nascita di un governo assieme a Casini e al Terzo Polo.
Tuttavia ai malpancisti del PdL, e anche a gran parte della base del centrodestra, l’accordo di massima raggiunto durante l’ultimo vertice fra PdL, Pd e Terzo polo non piace. Il via libera di Alfano a una riforma della legge elettorale che non costringa piu’ a presentarsi con una coalizione ma consenta di dar vita a maggioranze in Parlamento, dopo le urne, fa andare su tutte le furie una grossa fetta del Pdl, non solo gli ex An. Anche una parte consistente degli azzurri della prima ora hanno mal digerito che il segretario abbia dato il suo placet a una riforma "scritta su misura per far comodo a Casini" e che, soprattutto "cancella in un sol colpo il bipolarismo". Per questo Alfano e il Cavaliere hanno deciso di bloccare sul nascere i malumori e convocare per la prossima settimana un ufficio di presidenza (la riunione dovrebbe tenersi a inizio settimana, molto probabilmente martedi’ 3 o al massimo mercoledi’ 4 aprile). Intanto, pero’, gli ex An si sono gia’ messi in azione: Ignazio La Russa ha partecipato oggi alla riunione degli ‘sherpa’ dei tre partiti per mettere in chiaro che sulla riforma elettorale nulla e’ ancora deciso. L’intenzione degli ex esponenti di via della Scrofa e’ di ‘correggere’ la linea e faranno sentire la loro voce alla riunione del ‘parlamentino’ del Pdl. La linea è chiara: "il ritorno alla Prima Repubblica non passerà mai". Speriamo.
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