Oggi voglio esprimere la mia piena solidarietà al Generale Roberto Vannacci, che tante anime ha risvegliato alla politica e all’amor patrio, in questa epoca di professionisti della politica. E lo faccio dicendo tre cose.
Primo, la Lega non merita il Generale Vannacci. Caricarlo a bordo per le sue preferenze e poi metterlo a processo per il suo naturale protagonismo è tipico dei professionisti della politica. Ti usano finché possono. Poi ti buttano. Ma hanno sbagliato l’osso.
Secondo. Noi umili militanti di Noi con Vannacci non abbiamo mai applaudito all’ingresso nel board di Via Bellerio del Generale, considerandolo una trappola per disinnescarne il carisma, e soprattutto un modo per scongiurare che le basi più movimentiste del Mac e di NCV lo portassero sulla via dell’autonomia politica. Filomeni se ne andò per questo. E oggi anche NCV rischia lo scioglimento.
Personalmente ho sempre ritenuto, ribadendolo apertamente anche durante un recente incontro con la dirigenza laziale del Carroccio, che la Lega sia un partito da tempo affetto da schizofrenia affettiva incurabile – e quindi con grave problema di identità, evidentemente scisso tra istanze nazional-popolari e rigurgiti nordisti-secessionisti, il cui capo non comanda e non decide più da tempo nemmeno sull’opportunità di fare un governo con quel “nemico” storico che fu Draghi.
Decisione subita da Salvini obtorto collo, che comportó la perdita di nove milioni di voti, trasformando la Lega da partito di popolo a partito di poltrone, uccidendone l’appeal popolare e spianando l’ascesa senza ostacoli a Fratelli d’Italia.
A quella Giorgia Meloni, che va ammesso, non sbaglia un colpo in quella gestione protocollare dei compiti spettanti ad uno Stato satellite.
Come ho avuto modo di dire più volte, il Generale Roberto Vannacci che è più intelligente di noi, saprà però erodere la Lega dall’interno, consumarla in discussioni sterili in Federali ai quali giustamente nemmeno si presenta, e poi magari, al momento opportuno, mettere in atto quel che molti vanno dicendo da tempo: ovvero che là fuori, fuori dai partiti e dal quel consiglio federale che ha umiliato il Mac e in cui i colonnelli del partito temono come la peste nera la “vannaccizzazione” della Lega, c’è una base di almeno il 5% di elettori pronto a sostenere il Vannacci pensiero, in un movimento autonomo dagli schemi tradizionali.

Questa follia lucida, costosa in termini di coraggio, consentirebbe a Vannacci di portare una dozzina di parlamentari nel palazzo. Liberi domani dai colonnelli e colonnelle che frignano tentando di intestargli la sconfitta della Toscana dopo aver fatto sciopero elettorale.
Ci sono prove certe del fatto che in Toscana qualcuno per far dispetto al Generale ha proclamato uno sciopero elettorale, e la diserzione delle urne, allo scopo di incolpare Vannacci.
Questi signori – ho avuto modo di dirlo al Generale – sono pronti al suicidio pur di impedire la vannaccizzazione della Lega.
“Noi con Vannacci”, credo sia nata esclusivamente da militanti che hanno sentito il richiamo ad alcune parole d’ordine, a cui gli italiani non erano più abituati, e che avevano riacceso l’entusiasmo di molti.
Bisogna scardinare le logiche dei consigli e dei federali, che in Italia sono noti per tradire le intenzioni. 23 luglio docet. Dio illumini la strada ai coraggiosi.































