Nonostante la Brexit abbia introdotto nuove sfide nell’accesso al mercato britannico, il Regno Unito continua a offrire opportunità commerciali e operative di primissimo piano. Londra, in particolare, mantiene un suo fascino per startup, PMI e professionisti che guardano al mercato globale: grazie al suo sistema legale robusto, al mercato finanziario avanzato e all’apertura verso gli investimenti esteri, restart-up e business innovativo trovano ancora terreno fertile.
Ma come procedere quando si vuole aprire società in Inghilterra dopo la Brexit? Le procedure attuali richiedono un’attenzione precisa a visti, costituzione legale e compliance fiscale. Tuttavia, con la giusta strategia, realizzare un progetto d’impresa UK è assolutamente fattibile e vantaggioso.
1. Contesto post-Brexit: cosa è cambiato per le imprese italiane?
Con l’uscita del Regno Unito dal mercato unico europeo e dall’unione doganale, la mobilità delle persone e delle merci si è complicata. Oggi, gli imprenditori italiani non possono più entrare e operare liberamente: serve un visto specifico, e per le merci serve garantire visti doganali, EORI, e spesso adeguarsi a nuove regole fiscali (es. sull’IVA).
Questo però non ha intaccato il posizionamento di Londra e dell’UK come centro strategico globale per innovazione, finanza, startup. Inoltre, molte aree del Regno Unito (oltre la capitale) offrono costi più contenuti, politiche di incentivazione e forti reti istituzionali.
2. Quali visti servono per entrare e operare legalmente?
Per poter avviare una Ltd o altro tipo di entità giuridica in UK è necessario possedere il visto adatto. Tre opzioni emergono come più utilizzate dagli imprenditori stranieri:
• Start‑up Visa
Indicata per chi ha un’idea innovativa, ma ancora in fase iniziale. Permette di entrare nel Regno Unito e avviare l’attività, non richiede investimenti iniziali, ma richiede una valutazione positiva da un ente certificato. Dura 2 anni, non è rinnovabile, ma può essere convertita in Innovator Visa.
• Innovator Visa
Pensato per gli imprenditori con esperienza che possiedono un progetto già sviluppato e con potenzialità di scala. Richiede un investimento minimo di £50.000 da fonti riconosciute e l’approvazione di un ente di endorsement autorizzato. Il visto ha durata triennale e offre una via verso la residenza permanente.
• Sole Representative Visa
Se un’impresa italiana già esistente vuole espandersi nel Regno Unito, questa opzione permette di inviare un proprio rappresentante (senior manager) per aprire una sede o branch locale. Non richiede investimento e permette una presenza rapida e operativa sul territorio.
3. Costituire una società nel Regno Unito: i passaggi fondamentali
Una volta ottenuto il visto appropriato, è possibile avviare la costituzione di una Private Limited Company (Ltd), struttura più comune per gli investimenti esteri:
- Scegliere la denominazione sociale: Deve essere unica e non conflittuale con marchi esistenti. La verifica si esegue online presso la Companies House.
- Nomina di amministratori e soci: Può essere un solo amministratore, residente o meno in UK.
- Definire una sede legale: Essenziale per registrazioni ufficiali; può essere fornita da servizi professionali.
- Redigere gli statuti (Articles of Association) e l’atto costitutivo (Memorandum of Association).
- Registrazione online presso la Companies House: risolutiva in 24‑48 ore, con rilascio del Certificate of Incorporation.
- Registrazione fiscale presso HMRC: Necessaria per ottenere il codice fiscale aziendale e identificativo per IVA (VAT).
- Avvio operativo: incluso l’eventuale apertura di conto business UK, utile per operazioni bancarie e credibilità.
4. Gestione fiscale, IVA e compliance
- Corporation Tax: L’imposta sulle società è oggi attorno al 25% per i profitti elevati, con aliquote ridotte per i primi importi.
- IVA (VAT): Se il fatturato supera le soglie UK (circa £90.000 annui), è necessario registrarsi e rispettare le scadenze trimestrali con dichiarazioni e pagamenti.
- Dogane: Le merci che transitano tra UE e UK richiedono codici EORI e dichiarazioni alle dogane, considerando anche eventuali certificati sanitari e fitosanitari.
Una gestione precisa di queste aree è fondamentale per rispettare la legislazione britannica, evitare sanzioni e mantenere la reputazione aziendale.
5. Opportunità imprenditoriali: settori e città emergenti oltre Londra
Sebbene Londra abbia un primato incontrastato, ci sono numerose città con forte potenziale:
- Manchester: polo tech e digitale, costi d’avvio contenuti, ecosistema vivace.
- Birmingham: logistica e manifattura, posizione geografica strategica.
- Bristol / Bath: innovazione, green tech, ricerca.
- Leeds / Newcastle: gestione finanziaria, legale, B2B di alta qualità.
In ognuna di queste aree, la presenza attiva delle istituzioni locali (board, incubatori, incentivi) rappresenta un valore aggiunto per chi investe.
Scegliere il posto giusto per aprire una società in Inghilterra dopo la Brexit: opportunità e vantaggi concreti
Avviare un’impresa nel Regno Unito dopo la Brexit è una possibilità realistica e strategica. Fiducia nel sistema legale, accesso semplificato ai mercati, potenziale di crescita e supporto istituzionale sono oggi più che validi motivi per investire. Con un visto adeguato, una struttura giuridica solida e un’attenta gestione degli aspetti fiscali e doganali, gli imprenditori italiani possono sfruttare tutto il potenziale del mercato britannico.































