Il valore fortemente simbolico della casa costituisce il fulcro intorno al quale si muove una forma di identificazione e la prospettiva del legame tra gli italiani oltre confine e le loro terre d’origini. Spezzare questo cordone ombelicale per effetto di oneri eccessivi relativi ad imposte e a tributi vari sul patrimonio immobiliare degli italiani all’estero avendolo differenziato, incomprensibilmente, rispetto a quello relativo alla prima casa dei connazionali in Patria, significa dissacrarne il significato e creare le premesse per graduali e sicure disaffezioni. E’ invece necessario intervenire quanto prima per evitare che l’attuale impatto negativo possa ripercuotersi nel tempo proprio sui territori da cui provengono i nostri connazionali residenti nel mondo.
Promuovere e facilitare il rapporto con la propria terra d’origine può essere la giusta ricetta. Basta con una politica di allontanamento e di provocazione che induce gli italiani nel mondo a considerare l’opportunità di disfarsi dei propri immobili per poi non tornare più in Italia; sono necessarie misure atte a consolidare un rapporto costante tra gli italiani all’estero e la madre Patria.
E’ in questa ottica che si può ritenere ampiamente condivisibile la proposta dell’on. Alessio Tacconi, Pd, firmata anche dai colleghi Pd eletti all’estero, che ha come obiettivo l’estensione a favore di tutti gli iscritti all’AIRE dei benefici già riconosciuti ai cittadini residenti all’estero già pensionati nei rispettivi paesi di residenza. Considerare la casa degli italiani all’estero sotto l’aspetto fiscale come prima casa contribuisce a riconoscerle la stessa valenza che essa ha sul piano affettivo e restituisce agli italiani all’estero quella dignità e quel rispetto di cui essi avvertono l’esigenza.
Il buon esito della proposta di legge Tacconi dipenderà dalla risposta di Camera e Senato, ovviamente. E dalla capacità degli eletti all’estero di coinvolgere i propri colleghi parlamentari. Certamente, comunque andranno le cose, gli italiani nel mondo se ne ricorderanno al momento del voto.
































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