Euforici, entusiasti, quasi commossi. I senatori del Partito Democratico eletti all’estero sembrano aver accolto i risultati della Legge di Bilancio del Governo Meloni con una gioia tale da far sorgere un dubbio legittimo: ma sono ancora all’opposizione o hanno già prenotato un posto tra i banchi della maggioranza?
Per Francesca La Marca l’atmosfera sembra essere addirittura quella delle grandi occasioni. Dopo il passaggio in Commissione Bilancio, l’euforia è talmente palpabile che chiunque potrebbe pensare a un imminente cambio di casacca. O quantomeno a una simpatia improvvisa e travolgente per l’azione di governo del centrodestra.
Lo spettacolo meriterebbe uno studio di psicologia politica: parlamentari dell’opposizione così “esaltati” dai risultati ottenuti per gli italiani all’estero da arrivare a rivendicare, senza troppe esitazioni, la paternità della Legge di Bilancio. Un capolavoro di auto-attribuzione, degno delle migliori acrobazie parlamentari.
Addirittura l’autore della cosiddetta “tassa di cittadinanza”, l’on. Fabio Porta, che ne promosse e ne ottenne l’approvazione durante un governo a guida PD, oggi sostiene che sia stata eliminata proprio da chi l’aveva inventata… ma sotto un governo di destra. Una roba da psichiatra, un cortocircuito logico che rasenta il paradosso.
La realtà è molto più semplice – e meno surreale: si sta cercando di salire sul carro di un pacchetto di misure fortemente volute dal MAIE e dal relatore della legge, il senatore Borghese. Non a caso, tutti gli emendamenti approvati riguardanti il capitolo degli italiani all’estero portano la firma del gruppo parlamentare MAIE – Noi Moderati.






Cinque anni di silenzi, oggi l’improvvisa memoria corta
Il punto più pungente resta però la memoria selettiva. Durante i cinque anni di governi a guida PD (2013-2018), su temi fondamentali per gli italiani all’estero si è visto poco o nulla. La Conferenza Stato-Regioni-CGIE, per esempio, è rimasta chiusa in un cassetto fino a quando il MAIE è entrato al Governo nel 2019.
Oggi, invece, qualcuno vorrebbe far credere che senatori di opposizione abbiano convinto il Governo Meloni a stravolgere la manovra finanziaria per favorire le politiche per gli italiani nel mondo. Una ricostruzione affascinante, ma lontana dalla realtà.
I senatori stanno saltando sul carro di un pacchetto di misure costruito, difeso e portato a casa dal MAIE e dal relatore della Legge di Bilancio, il senatore Borghese. Tutti gli emendamenti approvati sul capitolo italiani all’estero, senza eccezioni, appartengono al gruppo MAIE–Noi Moderati, come prima firmataria il capogruppo Michaela Biancofiore.

Surrealismo politico
La posizione dei senatori PD si colloca ormai nel pieno del surrealismo politico. Sono saliti sull’ultimo vagone di un treno già in corsa, sventolando il cappello del senatore Borghese. Glielo avranno chiesto in prestito? E soprattutto: glielo restituiranno?
Viene spontaneo chiedersi se questa improvvisa sovraesposizione derivi dalla disperata ricerca di un titolo di giornale o da una sincera (e tardiva) ammirazione per il governo Meloni. Forse qualcuno sta già scaldando i motori per attraversare l’aula e avvicinarsi alla maggioranza? O magari aspira a un futuro incarico, considerando che presto il Sottosegretario per gli italiani nel mondo dovrà lasciare il posto?

Coerenza cercasi
Il risultato, comunque lo si guardi, è politicamente imbarazzante. Se – come dichiarano a gran voce – sono riusciti a far accettare al Governo le loro proposte migliorando concretamente la vita degli italiani all’estero, quale dovrebbe essere il passo successivo?
Forse sarebbe stato più dignitoso restare in silenzio o esercitare un’opposizione seria, critica, alternativa. Questo sì che avrebbe avuto un senso politico.
Se insistono nel raccontare che la Manovra è un successo grazie a loro, se celebrano ogni misura approvata come una vittoria personale, allora la logica porta a una sola conclusione coerente: votare a favore della Legge di Bilancio, o almeno della fiducia al Governo che l’ha resa possibile.
Qualsiasi altra scelta sarebbe un insulto all’intelligenza degli italiani nel mondo. O si ha il coraggio di sostenere ciò che si rivendica, oppure si ammette di essere semplici spettatori di una gestione che, politicamente, li ha già superati… a destra.
E infine una domanda tutt’altro che marginale: voteranno a favore dell’eliminazione della tassa di 250 euro per il riconoscimento della cittadinanza ai figli minorenni – misura contenuta nel pacchetto MAIE-Borghese – oppure su questo punto, l’unico di cui non parlano perché forse nemmeno sapevano esistesse, voteranno contro?
La risposta, questa sì, dirà tutto.
*Vicepresidente MAIE































