Il Consiglio dei Ministri ha approvato questa mattina il decreto legislativo in materia di filiazione. Soddisfatto il premier Enrico Letta che ha spiegato che non ci saranno “mai più figli divisi in categorie di serie A e di serie B. Da oggi esistono solo figli senza aggettivi. Finiscono i drammi umani che ci sono stati nel passato”.
Il provvedimento prevede la "modifica normativa vigente al fine di eliminare ogni residua discriminazione rimasta nel nostro ordinamento fra i figli nati nel e fuori dal matrimonio, così garantendo la completa eguaglianza giuridica degli stessi”.
Così scompare dal Codice Civile la classificazione dei figli. “Non esistono più aggettivi vicino alla parola figlio, ma figli e basta. È un fattore di civiltà” ha spiegato ancora Letta.
Il testo, predisposto nell’ambito della Commissione istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, presieduta da Cesare Massimo Bianca, stabilisce: l’introduzione del principio dell’unicità dello stato di figlio, anche adottivo, e conseguentemente l’eliminazione dei riferimenti presenti nelle norme ai figli “legittimi” e ai figli “naturali” e la sostituzione degli stessi con quello di “figlio”; il principio per cui la filiazione fuori dal matrimonio produce effetti successori nei confronti di tutti i parenti e non solo con i genitori; la sostituzione della notizia di “potestà genitoriale” con quella di “responsabilità genitoriale”; la modifica delle disposizioni di diritto internazionale privato con previsione di norme di applicazione necessaria in attuazione del principio dell’unificazione dello stato di figlio.
Inoltre, nel recepire la giurisprudenza della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione, si è deciso di limitare a cinque anni dalla nascita i termini per proporre l’azione di disconoscimento della paternità; introdurre il diritto degli ascendenti di mantenere “rapporti significativi” con i nipoti minorenni; introdurre e disciplinare l’ascolto dei minori, se capaci di discernimento, all’interno dei procedimenti che li riguardano; portare a dieci anni il termine di prescrizione per l’accettazione dell’eredità per i figli nati fuori dal matrimonio; modificare la materia della successione prevedendo la soppressione del “diritto di commutazione” in capo ai figli legittimi fino ad oggi previsto per l’eredità dei figli naturali.
Il Consiglio dei Ministri ha poi approvato, su proposta dei ministri degli Affari Esteri, Emma Bonino, e della Difesa, Mario Mauro, il disegno di legge di ratifica ed esecuzione del Trattato sul commercio delle armi “Arms trade treaty – ATT”, adottato nel marzo 2013 dall’Assemblea Generale delle Nazioni unite e firmato a New York il 2 aprile 2013.
Il Trattato, frutto di un lungo e complesso impegno negoziale avviato in ambito ONU dal 2006, rappresenta un punto di svolta nella trattazione di una delicata problematica nell’ambito delle relazioni internazionali. Il commercio illecito e non regolamentato delle armi ha conseguenze dirette, non solo sulla sicurezza delle Nazioni, ma soprattutto sul piano umanitario, sociale, ed economico. Il commercio illegale, o scarsamente regolamentato di armi non convenzionali, reca un pesantissimo costo in vite umane: stime internazionali fissano in più di 740.000 le persone che ogni anno muoiono a causa delle violenze armate.
L’ATT risponde alla urgente necessità di colmare le lacune del commercio non regolamentato di armi convenzionali e di intensificare gli sforzi volti al consolidamento della pace e dell’assistenza umanitaria, perseguendo l’obiettivo di rendere il commercio, l’esportazione e il trasferimento delle predette armi più responsabili e trasparenti.
L’Italia, pur disponendo in materia di una delle normative più avanzate a livello mondiale, ha svolto un ruolo importante in ogni fase del negoziato per raggiungere, sul piano legislativo, il migliore risultato possibile.
Con riferimento alla compatibilità del Trattato con la normativa europea, l’Italia, come gli altri Paesi membri, ha firmato l’ATT previa autorizzazione del Consiglio europeo, il quale sta ora procedendo all’elaborazione della decisione che autorizzerà gli Stati al deposito dello strumento di ratifica presso il Segretariato generale delle Nazioni unite.
Il Presidente del Consiglio Letta ha poi sottoposto al Consiglio dei ministri la nomina del Ministro delle infrastrutture e trasporti Maurizio Lupi a Segretario del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), ferma restando la sua qualità di componente.
Il Ministro dell’interno Alfano ha informato il Consiglio circa l’intenzione di attribuire il titolo di Viceministro al Sottosegretario di Stato Filippo Bubbico. Il Consiglio ha condiviso la proposta e ha approvato la relativa delega di funzioni.
Il Consiglio dei Ministri ha provveduto a deliberare diverse nomine per l’assegnazione di altrettanti incarichi e ad esaminare due progetti per la realizzazione di diversi impianti, in merito ai quali la Presidenza del Consiglio ha coordinato e concluso le relative istruttorie, tese a contemperare i diversi interessi coinvolti.
Il Consiglio ha quindi condiviso la proposta del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, di un intervento legislativo che, al fine di garantire tempi rapidi alla dispensazione a carico del Servizio Sanitario Nazionale di speciali categorie di farmaci, razionalizza e semplifica le procedure di autorizzazione di competenza dell’Agenzia italiana del farmaco. L’intervento legislativo condiviso dal governo prevede che, per i farmaci cosiddetti “orfani” e per quelli di eccezionale rilevanza terapeutica e sociale (quali definiti da apposita deliberazione dell’Aifa), si apra una corsia preferenziale nell’iter di autorizzazione e negoziazione, così da avere tempi ridotti e certi per la dispensazione a carico del Ssn, non superiori a 100 giorni complessivi.
Il Presidente Letta ha infine informato il Consiglio dell’iniziativa “Destinazione Italia” per l’attrazione degli investimenti diretti esteri (IDE) nel nostro Paese. “Destinazione Italia” prevede un piano generale per promozione, attrazione e accompagnamento degli IDE che sarà presentato in Consiglio dei Ministri, dopo consultazioni con gli attori rilevanti, in settembre.
Concludendo, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Graziano Delrio, il Consiglio dei Ministri ha esaminato dodici leggi regionali.
































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