Nelle scorse settimane abbiamo disegnato su queste colonne alcuni contorni critici sul Governo. Li manteniamo fermi, senza tirarci indietro. Fermo restando quanto riportato, però, non ci si può esimere da non notare l’attivismo del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, specie nelle ultime settimane.
Tutti i dossier più importanti (Sicurezza e Immigrazione in testa), stanno ottenendo da parte del premier impegni concreti. Il buongoverno, termine che sdoganò Silvio Berlusconi in politica nel 1994 quando ne fece un Polo elettorale che poi vinse le elezioni, è il comune denominatore di qualsiasi formazione di Centrodestra alla guida dell’Esecutivo. E Giorgia Meloni sta tentando in tutti i modi di tenere la barra dritta, ottenendo come risultato ultimo quello più sofisticato di tutti: isolare gli avversari, perfino i sindacati, imbracciando lei per prima i temi cari alle opposizioni e facendoli suoi, partendo dal salario minimo, su cui anche Forza Italia pare stia mettendoci del suo, rimanendo a galla anche nei sondaggi.
Sulla sicurezza, parole chiare di Meloni: tra le misure, un rafforzamento di dotazioni e organici delle forze di Polizia, una migliore qualificazione della Polizia locale, interventi di prevenzione e contrasto alla violenza giovanile, interventi per innalzare i livelli di sicurezza delle città. Si pensa anche ad introdurre una stretta sulle espulsioni dei migranti irregolari, in particolare i soggetti problematici e pericolosi con alle spalle comportamenti violenti.
Anche sul fenomeno migratorio, il più spinoso dei temi sul tavolo del premier, ci si sta impegnando fortemente. A cominciare da una spiccata politica estera che vede già dal momento del suo insediamento il capo del Governo confrontarsi con tutti i maggiori leader africani che affacciano sul Mediterraneo.
A proposito di sondaggi, ve ne sono due freschi freschi. In particolare, le rilevazioni di queste ore – rilanciate dal Secolo d’Italia – che restituiscono lo stesso quadro, pur con la fisiologica oscillazione delle percentuali tra una indagine e l’altra: una di Analisi Politica e una di Tecnè-Dire.
In particolare, nell’ultimo sondaggio di Analisi politica FdI si attesta al 29,1%, consolidando la posizione di primo partito italiano. Al secondo posto, ma distaccatissimo, si trova il Pd che si ferma al 20,2%. Il M5S resta al 15,8%. Seguono la Lega al 9,1% e Forza Italia al 7,8%. Si trovano invece sotto la soglia del 4%, necessaria per l’ingresso al Parlamento europeo, Azione di Carlo Calenda, che è al 3,8%, Italia Viva, che si ferma al 2,8%, e Alleanza Verdi e Sinistra che non va oltre il 2,4%.
Al contempo, forse complici i numeri appena riportati, va registrata l’ultima uscita di Carlo Calenda sull’abolizione del reato di Abuso d’ufficio portato avanti dal Governo: “Noi votiamo col Centrodestra”. Prove di dialogo?