In attesa del tavolo con il governo, Sergio Marchionne studia la riorganizzazione degli stabilimenti italiani per spingere sull’export, ma affila anche le armi contro la Volkswagen. A pochi giorni dalla riunione dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei, di cui il manager Fiat e’ presidente di turno, in agenda venerdi’ a Parigi, il duro attacco di oggi di Marchionne alla casa tedesca e alle sue ‘spacconate’ riscalda ancora piu’ gli animi.
A luglio l’amministratore delegato del Lingotto aveva parlato di ‘bagno di sangue’ provocato dalla politica dei prezzi ‘al ribasso’ praticata in Europa dalla casa di Wolfsburg e la reazione della Volkswagen era stata durissima: Marchionne e’ insopportabile, o se ne va lui o ce ne andiamo noi.
L’ad della Fiat non ha gradito le voci su un possibile passaggio dell’Alfa Romeo ai tedeschi e nemmeno il fatto che qualcuno guardi con entusiasmo a un possibile loro sbarco in Italia. ‘Non saro’ certo io – dice agli industriali torinesi – a deludere quelli che inneggiano a un intervento della Volkswagen. Per quanto mi riguarda do loro il benvenuto come produttori in questo paese e faro’ tutto il possibile per facilitare il loro ingresso. Ben venga uno stabilimento Volkswagen nel nostro Paese. Ma, a quelli tra voi che sono sul libro paga di Wolfsburg, chiedo gentilmente di ribadire ai vostri proprietari tedeschi un concetto semplice e chiaro: l’Alfa Romeo non e’ in vendita. Ho pensato di dirvelo in piemontese per rendere efficace il senso di quello che intendo.
‘Monsu’ Piech, lassa perde, va cante’ ‘nt n’autra cort” Facile prevedere che la riunione di venerdi’ non sara’ affatto tranquilla. Oltretutto sul tema caro a Marchionne della sovracapacita’ produttiva in Europa, la presenza cioe’ di troppe fabbriche rispetto al mercato, sono proprio i tedeschi a rifiutare quel coordinamento comunitario che l’ad Fiat vorrebbe come avvenne negli anni 80 per la ristrutturazione della siderurgia.
Marchionne sara’ a Parigi gia’ giovedi’ nella prima giornata stampa del Salone dell’Auto, dove la Fiat non porta nuovi modelli ma presenta la Panda 4X4. ‘Chiunque operi nel settore dell’auto oggi in Europa sta sperimentando diversi gradi di infelicita’. Ognuno sta soffrendo le pene dell’inferno a modo suo. Il mercato europeo dell’auto e’ un disastro’, ha detto oggi. E’ questa una delle cause delle difficolta’ degli stabilimenti italiani, per salvare i quali Marchionne pensa di affidarsi all’export negli Usa ma anche in altri Paesi come la Cina. Su questo si aspetta il tavolo con il governo, in cui tecnici della casa torinese lavoreranno al ministero dello Sviluppo Economico per mettere a punto misure che facilitino le esportazioni.
Sul tavolo di Marchionne, che ha promesso un incontro appena possibile ai sindacati, ci sono anche i conti del terzo trimestre che il cda esaminera’ il 30 ottobre. Un appuntamento che non ha piu’ la valenza che aveva perche’ non ci sono piu’ piani da annunciare e i target 2012 sono gia’ stati confermati.
































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