Mimosa no, almeno non ora, domani chissà. Neve e gelo ne hanno ridotto quest’anno del trenta per cento la produzione concentrata quasi esclusivamente in Liguria. Benvenuto narciso. Un milione gli steli prodotti in Toscana. Lucca, Pescia, Versilia.
Tenera e dolce, la rivoluzione del fiore parte appunto dalla Toscana, al grido accorato e dolente "poca mimosa oggi nella festa della donna: fidanzati, mariti, figli, amici scegliete i narcisi". Costano poco, sono resistenti e sopravvivono a lungo in balconi e negli angoli della casa. Ma che siano nazionali, ancora meglio se toscani, i narcisi, e farete felici la vostra donna nel giorno della sua festa, l’8 marzo. Lasciate perdere, signori uomini, i fiorellini d’importazione. Rendono poco e non sostengono l’economia locale.
Narciso o mimosa, oggi la donna fa festa. Ricorrenza e celebrazione condensano significati importanti e il senso di conquiste faticosamente acquisite. La donna è sempre più al centro della società, anche se c’è ancora molto da fare. Non è un’opinione; lo dicono i numeri con voce secca e con l’inequivocabile drammaticità delle cifre.
Regione virtuosa, la Toscana fornisce dati che invitano alla riflessione: due lavoratrici su cinque denunciano la mancanza di pari opportunità. La denuncia è firmata dalle organizzazioni sindacali. Una donna su quattro spiega che la maternità ha influito negativamente sulla carriera. E una donna toscana su cinque sostiene che all’atto della firma del contratto le è stato chiesto se voleva figli. Brucianti verità, denunce che alimentano cattivi pensieri. Dietro la festa, lo scenario non è sempre bello, proprio no.
Ma festa sia, per la donna e con la donna, da tenere sullo stesso piano dell’uomo, da trascorrere a teatro, al ristorante, in discoteca, in biblioteca o al museo. Firenze, per dirne una, ne è piena; altrettanto Roma, se non di più. E Milano, Torino, Napoli. Teatri, biblioteche, musei, per un 8 marzo lontano dagli stereotipi e dalla banalità. Sulla facciata di Palazzo Vecchio, in Firenze, sventolerà uno stendardo con la richiesta di liberazione per Maria Sandra Mariani e Rosella Urru. Impegno civile e solidarietà con donne in difficoltà. Monica Guerritore, a teatro, ripropone la figura di una grande donna scrittrice, profonda e splendida protagonista dei nostri anni, dal dopoguerra ad appena ieri. Oriana Fallaci rivive sulla scena in "Mi chiedete di parlare…". Le donne promettono di esserci, ci sarà il pienone della serata dell’omaggio, della condivisione e dell’ammirazione. Oriana mito e icona per le donne d’Italia. Tanto teatro per un 8 marzo di sensibilità, non solo festa bella frivola leggera. Silvia Frasson sarà Giovanna d’Arco, la pulsella d’Orleans, in "Santa Giovanna dell’immaginazione". Da vedere.
Biblioteche, salotti di lettura e quant’altro. C’è posto per tutte, le donne che hanno scritto cose profondamente vere delle donne: Simone de Beauvoir, Sibilla Aleramo, Virginia Woolf. Oggi sì, le donne si prendono davvero il mondo. Ne sono le padrone, felici d’incartare l’ammirazione e i complimenti degli uomini. Quelli che appartengono alla specie dei giusti e dei sensibili e alla categoria dei corretti.
La donna muove il mondo, ne è al centro. Anche se noi uomini fingiamo di non capire. In questo suo giorno di festa, la donna è chiamata anche a dure prove. Come questa, firmata dalla Rai. Una vicenda dai risvolti paradossali. O forse no: solo scene di quotidiane elusioni, piene d’incomprensibili ingiustificabili ritardi.
La serie "Troppo amore", quattro film sul tema tragicamente attuale della violenza contro le donne, ancora senza una data di messa in onda, finisce in Parlamento. Sandra Zampa del Pd e la senatrice Albertina Soliani hanno firmato un’interrogazione al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elsa Fornero. Si occupi del caso, indaghi, chieda "per quali ragioni la Rai continua a non programmare i tv movie che potrebbero sensibilizzare l’opinione pubblica sul drammatico fenomeno della violenza contro le donne. Sarebbe utile trasmettere i tv movie in occasione dell’8 marzo, giornata dedicata alla parità tra donne e uomini". La serie voluta da Fabrizio Del Noce, direttore di RaiFiction, è prodotta da Claudia Mori. "Il continuo rimandarne la messa in onda, io lo vivo come un boicottaggio", papale papale la produttrice. Quattro film di grande qualità rimasti finora nel cassetto. Previsti in autunno, sono slittati a gennaio. La Rai assicura che li trasmetterà ad aprile, ma ancora non si parla di date. Liliana Cavani in "Troppo amore" affronta il tema dello stalking. "Tante donne non sanno che c’è una legge che lo difende, lo stalking è un reato". La violenza domestica è il tema crudo raccontato da Teresa di Margarethe von Trotta nel film "La fuga di Teresa". Marco Pontecorvo si è dedicato allo sfruttamento della prostituzione in "Helena e Glory e Ragazze in web". La canzone di Gianna Nannini "Mai per amore" è la sigla della serie. Ricordate il verso "Lo sai che quasi mai il vero amore lascia i lividi…"?. Sulla pelle delle donne oggi in festa i lividi li lascia invece questa storia antipatica di ambiguità e misteri. A chi dà fastidio "Troppo amore"?
Discussione su questo articolo