In spiaggia o in campagna, in montagna o a casa, la festa del 15 agosto per gli italiani, dal Nord al Sud, si celebra inevitabilmente gustando le diverse specialita’ gastronomiche, annaffiate spesso da bicchieri di vino o da birre gelide.
Tutto ad alto livello calorico anche se ci sono 40 gradi e piu’.
Ma partiamo dalle origini di questa festa estiva che risale agli antichi romani che, in questi giorni, festeggiavano le ‘feriae Augusti’, il riposo di Augusto. Fu infatti l’imperatore a istituire il Ferragosto nel 18 A.C. per celebrare la fine dei lavori agricoli.
Solo piu’ in la’ nel tempo la festa si sarebbe sovrapposta a quella religiosa dell’Assunzione di Maria. Ma festivita’ sacra o laica che sia, il cibo non manca. E, nella sua democraticita’, unisce da sempre tutto lo Stivale.
Regione/citta’ che vai, tradizione che trovi. Anche se non tutti hanno piatti caratteristici. Ma andando per macroaree, e’ evidente che al Centro-Sud il trionfo culinario ‘barocco’ e’ assicurato, mentre al Nord prevale una maggiore ‘sobrieta”, se cosi’ si puo’ definire.
In Sicilia, a Palermo per la precisione, non possono mancare porzioni abbondanti del classico timballo di pasta nel formato tipico degli ‘anelletti’, conditi con melanzane, piselli, uova, ragu’ e quant’altro. In Campania la fa da padrone la pasta al forno con provola, salame, uova e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Ma c’e’ spazio anche per la parmigiana di melanzane. In Puglia, invece, si va di riso, patate e cozze oltre che delle classiche orecchiette con le cime di rape.
Parlando solo dei piatti principali che vengono trasportati e mangiati in ogni localita’ possibile, spiaggia o pineta che sia.
Al Nord, in Lombardia, Piemonte e Liguria, secondo un (fallibile) sondaggio condotto tra la gente del luogo, prevale la piu’ sobria grigliata di carne in pic nic in mezzo al verde, con tanto di contorni e pane bruscato.
Ma a Roma, per stare proprio nel Centro del Paese, c’e’ il ‘piatto’ tradizionale per eccellenza da mangiare a Ferragosto, non solo ma soprattutto, immancabile e non sostituibile sulle tavole dei romani doc: il pollo con i peperoni, reso celebre anche dalla ‘mitica’ Sora Lella, indimenticabile attrice simbolo della romanita’, nonche’ sorella di Aldo Fabrizi e cuoca rinomata.
“A me er pollo me piace fatto alla romana, coi peperoni. E se Napoleone veniva a Roma, se magnava er pollo che je facevo io!” diceva Sora Lella.
E a chi le contestava la ‘pesantezza’ della pietanza, rispondeva convinta: “Basta cucinare i peperoni con i pomodori e olio, poco olio, e sono digeribilissimi”. E cosi’ quel pollo, sempre parole sue, era “un amore”.
Ma perche’ proprio il pollo con i peperoni e’ stato scelto per il pranzo di Ferragosto? Facendo attente ricerche non si trovano riferimenti sicuri e precisi, ma pare che questo piatto provenga dai Castelli Romani, vicini a Roma.
Di certo, e’ una tradizione che affonda le sue radici nella cucina povera romana, dove si valorizzavano gli ingredienti semplici e disponibili: il pollo, che era la carne meno costosa in passato, e i peperoni, verdure abbondanti durante le nostre estati caratterizzate dal clima mediterraneo, poco costosi e anche molto sostanziosi.
Insieme il mix era, ed e’ ancora oggi, perfetto: colorato, gustoso e con sughetto abbondante che ‘chiama’, necessariamente, la ormai sdoganata ‘scarpetta’ finale con il pane casareccio.
L’ideale, insomma, per placare gli appetiti, anche dei piu’ giovani, e per gustare il pranzo emblematico della convivialita’ estiva. A chiudere, non solo a Roma ma in tutta Italia, c’era e c’e’ sempre l’anguria, regina delle tavole ferragostane, servita come dessert o merenda.
Buon appetito e buon Ferragosto.































