Lo tsunami provocato dai dazi statunitensi e dai conflitti in corso ha messo in crisi gli equilibri del commercio globale consolidati da anni. Eppure, come rileva il Il Sole 24 Ore, la grande tempesta non è (ancora) esplosa: l’economia mondiale tiene, i mercati azionari segnano record e il commercio internazionale continua a crescere.
I flussi d’investimento, invece di fermarsi, hanno preso nuove direzioni, aggirando gli ostacoli per seguire percorsi a minor resistenza. Proprio in questo momento di ridefinizione della geografia commerciale globale, le imprese italiane – storicamente orientate all’export – si trovano davanti a rischi ma anche a opportunità.
Proprio su questi temi si concentra la tre giorni del «Made in Italy Summit», inaugurata martedì 28 ottobre a Milano, organizzata da Il Sole 24 Ore in collaborazione con Financial Times e Sky TG24, che quest’anno porta il titolo «Supporting industry and exporters amid Trump’s disruption».
«I dazi e le guerre non favoriscono il Made in Italy – ha dichiarato il direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, aprendo i lavori della prima giornata – Eppure il nostro sistema resiste e dimostra grande vitalità. La parola d’ordine per le imprese italiane è diversificare, per proteggere e rafforzare i traguardi raggiunti negli ultimi quindici anni, che hanno trasformato una bilancia commerciale negativa in un saldo positivo di circa cento miliardi di euro».































