Le lacrime le solcano il viso, ma non intaccano il suo animo battagliero. Alla lettura della sentenza, che di fatto esclude il pestaggio tra le cause della morte del fratello, Ilaria Cucchi abbraccia il papa’ e la mamma lasciandosi andare ad un pianto di disperazione. La disperazione di una donna ‘tradita dalla giustizia’, come dice lei stessa lasciando l’aula bunker del carcere di Rebibbia. Ma Ilaria, sorella coraggio, va avanti in questa sua caparbia amorevole guerra. ‘Noi non ci arrendiamo, la nostra battaglia continua’, dice nella ressa di fotografi e giornalisti che la circondano. La III Corte di Assise ha appena assolto infermieri e agenti della penitenziari reputando solo ‘lievemente’ colpevoli i sei medici del Sandro Pertini per la morte del fratello, arrestato il 15 ottobre 2009 e morto sei giorni dopo in ospedale. Secondo i giudici ad uccidere il geometra romano di 31 anni e’ stato un errore medico, come confermato dalla condanna inflitta invece ai medici. Ma uccidere Stefano per Ilaria e’ stata la malagiustizia.
‘Mio fratello e’ morto di ingiustizia – dice amaramente – I medici dovranno fare i conti con la loro coscienza, ma mio fratello non sarebbe morto senza quel pestaggio’. ‘La verita’ non e’ la giustizia, la verita’ la sappiamo noi’ dice rivolgendosi ai tanti che per otto lunghe ore hanno atteso la sentenza sugli spalti dell’aula bunker stringendosi idealmente attorno a lei e ai suoi genitori. ‘Grazie mille di essere qui, continueremo la nostra battaglia, non ci arrendiamo’, sottolinea mentre in quattro sollevano un grande striscione di solidarieta’: ‘Ilaria non sei sola, giustizia per Stefano”. Ad abbracciarla c’e’ ance Lucia Uva, anche lei ‘vittima di ingiustizia’, anche lei con un fratello, Giuseppe, morto dopo essere stato fermato dai carabinieri nel Varesotto. ‘Oggi non e’ morto nessuno’, dice inveendo contro i carabinieri che presidiano l’ingresso dell’aula.
Deluso anche il legale della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo, che abbraccia Ilaria consolandola come un padre. ‘Gia’ tre anni fa avevo pronosticato questo giorno’, ammette, ‘questo e’ un fallimento dello Stato, perche’ considerare che Stefano sia morto per colpa medica e’ un insulto alla sua memoria e a questa famiglia che ha sopportato tanto. E’ un insulto alla stessa giustizia’.
La battagliera Ilaria ascolta in silenzio, asciugandosi le lacrime che hanno segnato una giornata fatta di attese e delusioni. Raccoglie le sue cose e si avvia verso l’uscita. Esce tra gli applausi. E questo, in un giorno orribile, le strappa un mesto sorriso. E forse anche la forza per andare avanti per ‘far emergere la verita’. Non per Ilaria oggi Stefano non e’ morto un’altra volta.
Discussione su questo articolo