“Con questi numeri non possiamo pensare di cantare vittoria, perché non vogliamo il lockdown, non vogliamo restare chiusi in casa. Qualora noi avessimo la necessità di fare dei microlockdown, lo si fa nell’interesse dei cittadini. Non lavoriamo con l’ottica di fare gli sceriffi ma di fare un percorso insieme ai cittadini”. Lo ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia, in conferenza stampa commentando la collocazione in area gialla della sua regione.
A proposito della decisione governativa sulle aree regionali: “Non ho passato le giornate a fare incontri, a fare, brigare. Ho sentito qualche collega perche’ non c’erano informazioni. Chiedete a Fedriga, a Emiliano. Ho evitato di stressare Bonaccini”. “Ci hanno chiesto un dato sul punto 1.1 dei ricoveri – ha aggiunto – e abbiamo risolto perche’ c’era un problema informatico. Non abbiamo avuto interlocuzioni e ci risulta di averli sempre mandati aggiornati. I nostri dati sono noti e trasparenti”.
“Non è che adesso facciamo la festa della liberazione. Non possiamo ragionare così. Sapete che il giallo dura poco al semaforo e, dopo il giallo, c’è il rosso. Non è un gioco a premi. Non c’è l’obbligo di dire di essere i primi della classe a discapito degli altri. Può accadere di tutto”.
“Non ci deve essere entusiasmo oltremisura. C’è una componente che riguarda gli ospedali e ci pensiamo noi, per cui ringrazio ancora i medici e gli operatori sanitari. Ma c’è una componente della classificazione semplicemente in capo a noi concittadini, rappresentata dai contagi e cioè dall’Rt”.
“Io ringrazio i veneti per aver rispettato le regole, adesso ci vuole un lavoro di squadra. Ci sarà tempo per fare gli spritz in piazza, ora bisogna lavorare sodo”.
“Un appello lo faccio ai ragazzi. Se vedi qualcuno che non porta la mascherina, considera che lui rischia di portarci in area rossa. Se tutti indossassimo la mascherina, non si starebbe qui a parlare di area gialla, arancione e rossa”.