Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, intervistato dal Giornale parla del suo progetto di fondazione di una nuova Alleanza nazionale. Oggi la presentazione di un documento che, spiega, "fino ad ora è stato firmato da più di 100 persone tra esponenti del territorio ed eletti. Si chiama ‘Per un nuovo centro destra radicato nel territorio e nella comunità’. Con la nascita di Forza Italia, che copre l’area più liberal del centro-destra, rischia di rimanere scoperta la fascia più di destra, l’anima più fondata sui valori della nazione, dello Stato e dell’equità sociale".
Secondo Alemanno non si può rifare An: dunque, l’ex primo cittadino della capitale d’Italia pensa “a un soggetto nuovo che raccolga l’eredità di An ma vada oltre". Così Fratelli d’Italia diventa “un interlocutore naturale, ma non è che io aderisco a Fdi. Ragiono su una grande aggregazione in cui Fdi può essere il soggetto principale. Un’aggregazione di più movimenti, alleati con Berlusconi. Storace deve farne parte, ma accettando di superare posizioni troppo marginali. E poi pezzi dall’Udc, dal movimento di Giannino, tutti quelli che si riconoscono in un modello di centrodestra diverso ma complementare a Forza Italia".
Guardando al passato, “col Pdl è stata fatta una fusione a freddo. Ci voleva più tempo, forse si doveva passare prima da una federazione. Il Pdl può rimanere come sigla della coalizione". Per il nome pensa a "qualcosa che sancisca l’idea di una aggregazione, il sostantivo Alleanza popolare non è male, anche Fratelli d’Italia. Bisogna studiare…". Alemanno si esclude tuttavia da un ruolo da leader: "No, io voglio entrare nel progetto con la massima umiltà. Da militante. Penso che Giorgia Meloni, proprio per evitare l’idea di un ritorno al passato, possa funzionare. La cosa fondamentale è evitare la logica calata dall’alto, utilizzando le primarie ad esempio. Poi, una sede in ogni realtà. Un partito radicato".
E se Fini bussasse alla porta? "Fini si è convinto da solo che la sua stagione politica è finita. La figura di Fini si è caricata troppo del dissidio con Berlusconi. Ai problemi nel centrodestra non si sfugge cambiando posizionamento, inseguendo il centro o l’estrema destra. Poi, mai cadere nell’errore di dare sponda agli attacchi a Berlusconi".
































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