L’Udc si interroga sul suo futuro politico. E su quello del centrodestra, possibile alleato di governo dopo l’era Berlusconi. Nel consiglio nazionale di stamane l’auspicio piu’ diffuso tra i 200 componenti era la quello della scissione ”altrui” per agevolare il dialogo con i moderati del Pdl. Pierferdinando Casini ha fornito una linea guida: ”Non possiamo restare prigionieri di Berlusconi”. Da qui la decisione di convocare un congresso per il 29 e 30 novembre, votata all’unanimita’ dal cn. All’ordine del giorno la nuova rotta da intraprendere dopo la chiusura del ”ventennio berlusconiano” e soprattutto con quali compagni di strada.
Dietro le quinte del confronto interno c’e’ anche il rapporto con Scelta Civica di Mario Monti, per nulla consegnato alle ortiche nonostante il clima gelido degli ultimi mesi tra i centristi di Sc e quelli di Casini. Entro giovedi’ dovrebbe tenersi un incontro tra i parlamentari dei due partiti per studiare un nuovo collante, possibilmente piu’ tenace, tra i due movimenti. E non dovrebbe essere difficile visto che entrambi sono convinti dell’impossibilita’ di un’alleanza con il Pd fino a quando sara’ ”compromesso” dal filo, piu’ o meno diretto, con Sel. Anche per questo il Consiglio Nazionale ha a lungo dibattuto su come celebrare l’assise: molte sono state le richieste di tenere un congresso davvero aperto, con i poteri di decidere perfino di sacrificare il logo dell’Unione di Centro per un nuovo soggetto piu’ ampio, ma sempre moderato.
Discussione su questo articolo