In realtà non è necessario essere un politicante agguerrito, uno scienziato dell’economia, o come è di moda ora, essere un professorone “tecnico”. Si sta realizzando il più logico ed ovvio degli interventi sull’assetto delle funzioni locali, nel tentativo di semplificare l’organizzazione rendendola efficace economicamente: abolire per prime le Province delle città metropolitane. In queste mega-città la funzione della Provincia è praticamente “incastrata” tra un Comune potentissimo, già suddiviso in molti sub-comuni-circoscrizioni e la Regione che vuole spazio per intervenire sulla gestione di una enorme area. Proponemmo dettagliatamente diverse volte, già anni prima: invece di dire che si vuole abolire la Provincia, si affermi, in questo caso, di voler implementare la funzione del Comune per dargli una fisionomia di Provincia. Si risparmierebbero un sacco di soldi nell’evitare la duplicazione delle funzioni sul medesimo territorio e nell’eliminazione completa di un organismo politico, assolutamente inutile alla società. Avanzammo la proposta di chiamarlo: Comune Provinciale il quale, in sintesi, corrisponde ad una Città Metropolitana allargata nei confini di competenza, includendo le ormai inglobate periferie con altri piccoli Comuni limitrofi.
Ma in particolare un anno fa scrivemmo proprio a proposito di Roma Capitale: “Le prime Province che dovevano essere abolite, in realtà, erano proprio quelle delle grandi città, già Capoluoghi di Regione. Mi sa dire qualcuno che funzione abbia la Provincia di Roma? Quando i suoi poteri potrebbero essere splittati benissimo tra Regione, Roma Capitale, Comune e ben Venti Circoscrizioni, ciascuna delle quali con proprie amministrazioni “politiche” elette come in veri e propri sub-Municipi? A questo punto, vista la grandezza del territorio metropolitano, includiamo anche i comuni limitrofi (ora nella Provincia) e facciamoli coordinare da Roma (per determinate funzioni, come la viabilità e trasporti) che assurgerebbe ad una specie di “Comune Provinciale”. Questo discorso varrebbe per tutte le città metropolitane e quelle con importanza strategica del territorio, come per es.: Bergamo o Aosta che includerebbero tutte le frazioni o piccoli Comuni ormai facenti parte del confinante tessuto urbano allargato valligiano…”.
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