Immagini televisive e dichiarazioni di alti ufficiali concordano: Homs, la "capitale della rivoluzione", sta per cadere in mano all’esercito del presidente Bashar el Assad. L’ultimo quadrante di Khaldiye’, il piu’ esteso quartiere ribelle della terza citta’ della Siria, e’ stato oggi quasi completamente conquistato dai soldati governativi con il consistente appoggio degli Hezbollah libanesi.
"Entro le prossime 24 ore avremo liberato tutta la zona", ha dichiarato in tv un ufficiale mentre sullo schermo scorrevano le immagini di cadaveri e macerie nelle strade oltre che di edifici distrutti dai bombardamenti. Con la conquista di Kaldiye’ il regime avra’ praticamente in mano la citta’ e, per poter parlare di caduta dell’intera Homs, dovra’ solo "occuparsi" di alcune zone di dimensioni ridotte, soprattutto nella Citta’ Vecchia. L’offensiva contro il quartiere-roccaforte ribelle era cominciata quasi un mese fa, subito dopo il successo militare a Qousseir, nella stessa provincia, dove pero’ c’era voluto quasi un anno per stroncare la strenua resistenza dei ribelli anti-Assad.
A Homs aviazione, artiglieria ed Hezbollah sembrano invece essere sul punto di stroncare la rivolta in tempi relativamente brevi. Gia’ oggi pomeriggio la Citta’ Vecchia, situata a sud di Khaldiye’, era colpita da bombardamenti dell’esercito piu’ intensi rispetto ai giorni precedenti. La notizia e’ confermata anche dall’Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh), organizzazione non governativa che fruisce di una vasta rete di fonti militanti e mediche. E che sottolinea quanto la situazione degli abitanti sia sempre piu’ tragica. Solo la Coalizione dell’Opposizione Siriana in un comunicato ha minimizzato le perdite, affermando che il regime "propaganda finte vittorie" e denunciando "bombardamenti alla cieca". Gia’ ieri pero’ tutte le fonti avevano concordato sulla presa, da parte dei militari di Assad, della storica moschea Khaled Ben Walid, situata proprio nella zona centrale del quartiere Khaldiye’ e dai ribelli trasformata, secondo il regime, in un deposito per "lo stoccaggio di armi e munizioni".
La tv panaraba al-Mayadeen aveva trasmesso le immagini dell’interno dell’edificio famoso in tutto il mondo per la sua straordinaria architettura: una bandiera siriana era stata esposta dai soldati a dimostrazione della vittoria. Bilanci di vittime oggi finora non ne sono stati fatti. Ma oltre a Homs, altre localita’ della Siria continuano a essere teatro di bombardamenti e di massacri. Si segnalano scontri ad Aleppo e in localita’ limitrofe. E poi nel nord-est vicino a Ras al-Aim, dove a combattersi sono i curdi e gli integralisti islamici jihadisti. Le cifre rese note oggi dall’Osdh fanno riferimento alla giornata di ieri: 121 i morti accertati, decine i feriti.
































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