Il senatore Luigi Compagna (Grandi autonomie e liberta’) rilancia un suo cavallo di battaglia sul rafforzamento dell’immunita’ parlamentare che ricalca, quasi esattamente, il ddl presentato nella scorsa legislatura con la senatrice Franca Chiaromonte (Pd). Stavolta al suo fianco si schierano i senatori Giacomo Caliendo (Pdl) e Donato Bruno (Pdl), cofirmatari del ddl. Il disegno di legge e’ stato comunicato alla presidenza del Senato lo scorso 25 marzo. E’ in attesa di essere assegnato alla commissione competente ed e’ formato da un articolo unico che va a modificare l’articolo 68 della Costituzione. Il testo stabilisce che la Camera di appartenenza puo’ decidere la sospensione di un procedimento verso un parlamentare per la durate intera del mandato, bloccando di fatto l’avvio del processo. E’ stabilito infatti che una volta svolte le indagini preliminari la magistratura non possa esercitare l’azione penale senza l’autorizzazione del parlamento. Al ddl, poi, sono state aggiunte 5 righe che riprendono quanto gia’ previsto dall’attuale art. 68 sul capitolo intercettazioni, che non erano state inserite nella versione precedente ("Analoga autorizzazione e’ richiesta per sottoporre i membri del parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza").
Nella relazione introduttiva i senatori spiegano che "nella scorsa legislatura un disegno di legge di analogo contenuto" era stato presentato. Purtroppo, "non maturarono le condizioni neanche per poter dare inizio al suo esame in sede referente presso la Commissione competente, ne’ si riusci’ ad introdurre negli ultimi mesi della legislatura come emendamento di una riforma costituzionale approdata in Aula poco prima dell’estate e comunque poi ‘archiviata’. Viene, quindi, ripresentato all’inizio di questa legislatura". "L’idea che lo sorregge- aggiungono- e’ che l’articolo 68 della Costituzione non fosse un’eccezione o una forzatura dell’eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, prevista all’articolo 3, ma uno svolgimento, un’attuazione, una garanzia dell’articolo 67 sulla liberta’ del mandato parlamentare".
Ecco il testo del ddl Compagna-Caliendo-Bruno: L’articolo 68 della Costituzione e’ sostituito dal seguente: "I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento puo’ essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, a misure restrittive della liberta’ personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di un sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale e’ previsto l’arresto obbligatorio in flagranza. Analoga autorizzazione e’ richiesta per sottoporre i membri del parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza. L’autorita’ giudiziaria quando, al termine delle indagini preliminari, ritenga di esercitare l’azione penale nei confronti di un membro del Parlamento, ne da’ immediata comunicazione alla Camera di appartenenza, trasmettendo gli atti del procedimento. Entro il termine perentorio di novanta giorni dalla comunicazione, nel corso dei quali il procedimento e’ sospeso, la Camera decide se disporre, a garanzia della liberta’ della funzione parlamentare, la sospensione del procedimento per la durata del mandato".
































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