Non è la prima volta che ci si prova, ma stavolta la denuncia è partita sul serio, da parte di due organizzazioni americane, il Centro per i diritti costituzionali (Center for Costitutional Right) e la Snap (Survivors Network of those abuse by Priest), che hanno denunciato il Papa, il quanto capo della chiesa cattolica, per gli abusi sessuali dei preti pedofili e chiesto ufficialmente al Tribunale Penale Internazionale dell’Aia, di investigare contro papa Benedetto XVI e altri tre esponenti della gerarchia eclesiale, accusati di avere coperto gli abusi sessuali commessi da membri della Chiesa ai danni di minori.
Gli avvocati delle due organizzazioni, in un dossier di 80 pagine consegnato al tribunale de l’Aia, spiegano che la denuncia si è resa necessaria “poiché le azioni legali condotte a livello nazionale non sono state sufficienti a impedire che gli abusi contro i minori continuassero”. Il ricorso, a quanto si è appreso, riguarda in particolare cinque casi di abusi sessuali avvenuti in Congo e negli Stati Uniti e commessi da prelati provenienti dal Belgio, dall’India e dagli Usa. Nella denuncia si chiede alla Corte di “incriminare il Papa” per la sua “diretta e superiore responsabilità per i crimini contro l’umanità degli stupri e altre violenze sessuali commesse nel mondo”. Un’autorevole replica è venuta dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli e prefetto emerito di Propaganda Fide: “Qui c’è, dobbiamo dirlo molto concretamente, il solito tentativo anti-cattolico che tende in qualche maniera a offuscare un’immagine che, dal punto di vista umano, è quanto di più prestigioso abbiamo nella nostra società”. E poi: “Queste sono le cose più assurde perché se c’è un amante dell’umanità, per vocazione insita al proprio essere cristiano e per formazione anche culturale e sociale, questo è l’attuale Papa. È la Chiesa che si fa madre e maestra dell’umanità – ha aggiunto il cardinale di Napoli – e invece poi si arriva a queste cose assurde. Mi sembra che siamo completamente fuori da ogni logica”.
Se la Corte deciderà di aprire un’inchiesta, sul banco degli imputati finiranno, oltre a Ratzinger, Bertone, Sodano e Levada, con capi di imputazione e responsabilità differenti. Il cardinale Bertone è Segretario di Stato vaticano, il cardinale Sodano è il suo predecessore e il cardinale Levada è il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il posto precedentemente mantenuto dal pontefice, allora cardinale Joseph Ratzinger. È comunque improbabile che la Corte penale internazionale, il primo tribunale permanente per i crimini di guerra, si interesserà sul caso dal momento che non è competente sul Vaticano, che non ha ratificato il suo trattato istitutivo. Lo statuto per la corte, concordato a un vertice internazionale a Roma nel luglio 1998, prevede di indagare su importanti figure del mondo accusate di crimini di guerra, genocidio e crimini contro l’umanità, tra cui stupro, violenza sessuale, aggressione e la tortura. Va qui ricordato che, come anticipato lo scorso luglio, il prossimo 16 settembre (cioè venerdì prossimo), alcune decine di vittime del Belgio di preti pedofili presenteranno una denuncia contro i vescovi belgi, i responsabili della Chiesa cattolica in Belgio e il Vaticano presso il tribunale di Gand. La legale del gruppo, Christine Mussche, ha dichiarato al principale quotidiano belga in lingua fiamminga, De Morgen, che sebbene delle circa 80 vittime che inizialmente erano disposte a partecipare alla ‘class action’, alcune hanno rinunciato, la denuncia verrà regolarmente presentata nei prossimi giorni.
Secondo vari giornali cattolici, a partire da l’Avvenire, i tentativi di coinvolgere, non più in maniera obliqua e indiretta, Benedetto XVI nelle polemiche che stanno accompagnando la giusta trasparenza su vicende di abusi sessuali e di violenze di vario genere, che sarebbero avvenute in istituzioni educative collegate alla chiesa cattolica, sono destinati a un clamoroso e inglorioso fallimento. Secondo i cattolici il motivo di ciò è molto semplice: l’attuale Pontefice è sempre stato il fautore del massimo rigore nei diversi ambiti che, a vario titolo, influiscono in queste vicende (la formazione dei sacerdoti nei Seminari, la selezione dei candidati al sacerdozio, la loro attenta cura dal punto di vista delle condizioni psicologiche e morali, le regole e le condizioni di vita negli istituti educativi cui viene affidata la formazione della gioventù). Inoltre, i commentatori ammalati di pregiudizio, ostilità ed acredine verso la Chiesa cattolica e verso il suo attuale massimo responsabile, dovrebbero cercare di ricordare che l’organo che si occupa delle eventuali "malefatte" dei membri del clero è proprio la Congregazione per la Dottrina della Fede, per 24 anni presieduta dal cardinale Joseph Ratzinger già arcivescovo di Monaco. Il quale non ha affatto dormito sugli allori e non si è foderato né gli occhi né le orecchie di prosciutto.
Il 16 maggio 2011, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha pubblicato una lettera per aiutare le Conferenze Episcopali nel preparare Linee guida per il trattamento dei casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici, nella quale si invitano i vescovi ad applicare le norme del Diritto canonico e a collaborare con le autorità civili e a giugno, la Conferenza episcopale degli Stati Uniti ha approvato una nuova edizione della Carta per la protezione dei bambini e dei giovani, adottata nel 2002, con il testo che introduce il reato di pornografia infantile e l’equiparazione dell’abuso su incapace a quello su minore.
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