L’ex ministro Giancarlo Galan commenta la sentenza del processo Mediaset in una intervista a Repubblica: “Non sono adirato. Non provo rabbia, anche se ci speravo. E’ un colpo durissimo. Sono con Silvio da 28 anni. Tutta una vita, dai tempi di Publitalia”. Berlusconi? “Non ho il coraggio di telefonargli, mi mancano le parole. Non saprei cosa trasmettergli. E io al suo posto starei con mia figlia, con la mia donna". Secondo Galan "non è una battaglia tra lui e i magistrati. Senza entrare nel dettaglio giuridico, è una straordinaria occasione persa per mancanza di coraggio", "alla fine sono riusciti a condannarlo, anche se ci hanno messo vent’anni. Ma con quel dispiego di uomini e mezzi, con quella mole inaudita di intercettazioni e registrazioni, nessuno si potrebbe salvare". E ad una domanda su un paragone con Craxi replica: "Lui non ci va, in esilio. Per come lo conosco, non è da lui. Oggi non ho molta voglia di sorridere, ma una volta gli dissi scherzando: ‘Se vai ad Antigua, vengo. Ti tengo la barca e andiamo a pescare insieme’. Ma mi disse di no, che lui ad Antigua non ci va". E prosegue: "Nei momenti di alta tensione viene il meglio e il peggio degli uomini. I meschini diventano più meschini, i generosi più generosi. Sicuramente uscirà anche il peggio, ne sono sicuro".
Il Cavaliere farà cadere il governo? "Non so. Certo, questo governo è già fragile, non so se riuscirà a reggere le altissime temperature che si prospettano", "è successa una cosa talmente eccezionale che occorre fare qualcosa di altrettanto eccezionale. Direi creativa. Di certo, la nostra storia politica non finisce qua: il progetto di una nuova FI è più vivo che mai".
































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