Nel PdL ormai ciascuno dice la sua. Se per Franco Frattini, ex ministro degli Esteri, la “grande coalizione” non è da escludere a priori, per altri invece è un errore. Maurizio Lupi, PdL, vicepresidente della Camera, in un’intervista al Corriere della Sera spiega: “Nessun partito, ne’ noi ne’ il Pd, si presenta alle elezioni per fare la Grande coalizione, perchè l’ambizione e’ vincere”. Così Lupi ammette di non capire “questa agitazione degli amici ex An, che alzano i toni su un’ipotesi che non sappiamo mai se avverrà”. Per Lupi il PdL deve piuttosto “darsi un’identità”, che non vuol dire inseguire Grillo, proporre referendum sull’euro, “l’attacco ai comunisti o la ricerca di una first lady per Berlusconi…”. E Casini? “Ormai siamo su linee parallele”, risponde Lupi, “anche se la speranza è l’ultima a morire”.
Anche Daniela Santanchè, deputata PdL molto vicina al Cavaliere, boccia la grande coalizione: “Dovrebbero smetterla un po’ tutti di parlare di Grande Coalizione, quindi anche Frattini, perche’ e’ una truffa. O meglio, non e’ il rispetto del voto degli italiani". Secondo la parlamentare anche l’ex premier e’ contrario: "Berlusconi e’ un uomo che e’ abituato a vincere nella vita e tutte le cose che ha fatto le ha fatte per arrivare primo, quindi escludo che pensi alla Grande Coalizione”. Quello che vuol fare l’uomo di Arcore è “chiedere il 51 per cento dei voti agli italiani per fare finalmente le grandi riforme e governare questo Paese. Noi siamo forti e quindi facciamo la campagna elettorale per vincere".
Intanto Giorgia Meloni, esponente PdL ed ex ministro della Gioventù, intervistata da Libero lancia la proposta di una consultazione popolare per scegliere i candidati alla premiership del partito: “Se ci sara’ un ticket, un vice di Berlusconi, uomo o donna che sia, sicuro si dovra’ indicare attraverso una consultazione popolare. Sarebbe piu’ bello arrivare ad indicare i candidati dopo una consultazione, un appuntamento vasto e partecipato, piuttosto che al termine di un Ufficio di presidenza del partito”. Meloni parla poi delle tensioni interne: “La scissione dal Pdl la fanno gli amici di Monti. Non accetto che si provi sempre a bollare i cosiddetti ex An come gli scissionisti. Gli ex An sono quelli che hanno rischiato di piu’ negli anni scorsi. E’ chi oggi pensa che si debba ritornare indietro, agli inciuci da Prima Repubblica, alle pastette, che tradisce lo spirito originario. Sono loro a fare la scissione, minandone le sue basi, non gli ex An”. Dunque no agli strappi, sottolinea Meloni, che però avverte: una nuova An vale “piu’ del 12%”.
































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