Nulla di fatto nella lunga riunione che si è tenuta ieri a Palazzo Grazioli tra i cosiddetti ‘lealisti’ e Silvio Berlusconi. L’obiettivo del Cavaliere di ricompattare il partito è quello di ricucire lo strappo con i ‘filogovernativi’ di Angelino Alfano, obiettivo che secondo quanto si apprende non è stato raggiunto. Il vertice a palazzo Grazioli, a cui hanno partecipato, oltre a Raffaele Fitto, capofila dei lealisti, anche Mara Carfagna, Denis Verdini, Sandro Bondi e Maria Rosaria Rossi, è durato oltre cinque ore e stando a quanto raccontano alcuni partecipanti, i falchi hanno riproposto l’azzeramento delle cariche all’interno della nuova Forza Italia. Berlusconi invece sarebbe più propenso per una soluzione che metta d’accordo le due diverse anime del partito.
Nel corso della riunione si è anche ragionato su un possibile confronto tra falchi e colombe sulle varie prospettive, compresa la via del congresso, ma a quanto si apprende sarebbero stati proprio gli alfaniani a dire ‘no’. Il tutto comunque dovrebbe sciogliersi questa mattina quando il segretario e vicepremier varcherà la porta di palazzo Grazioli per incontrare Berlusconi.
Nel frattempo qualche “ribelle” comincia a fare dei passi indietro. E’ il caso del senatore Roberto Formigoni, che intervenuto ad Agorà sui Rai Tre spiega: non c’è più bisogno di formare due gruppi, “è stata la decisione di Silvio Berlusconi a cambiare le cose”. Il senatore azzurro, acceso sostenitore della formazione di un nuovo gruppo parlamentare nei giorni del voto di fiducia al governo Letta, spiega i motivi dello stop all’iniziativa inizialmente intrapresa da un nutrito gruppo di deputati e senatori del suo partito. ”C’era un partito di centrodestra che sosteneva il governo e un altro no, poi la decisione di Berlusconi ha cambiato le cose. Alcuni amici, ahime’ testardamente, continuano a ritenere che la linea sia quella e non quella nuova: il partito deve avere una faccia sola, Berlusconi si sta spendendo con grande generosità per ricondurre il partito all’unità. I cinque ministri lavoreranno all’interno del governo per indirizzarne l’azione”.
Eppure, in silenzio, c’è chi si muove ancora per creare un gruppo diverso a quello del PdL in Parlamento. Daniela Santanchè, a Montecitorio, ai giornalisti dice: “Dopo l’atto di generosità del presidente Berlusconi, non voglio credere che qualcuno stia facendo un gruppo". Presto sapremo. (LN)
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