Nicola Zingaretti, segretario del Pd, In una lettera a Repubblica risponde ad Eugenio Scalfari che, in un editoriale, aveva chiesto al Pd severità sulle inchieste giudiziarie dopo l’inchiesta di Perugia.
“Questo sarà uno dei punti più importanti che imporrò al nuovo Pd che dobbiamo costruire – scrive Zingaretti -. Già nei giorni scorsi ho chiarito con forza che bisogna sostenere l’impegno della magistratura per accertare la verità, ma questo non può e non deve bastarci. Occorre un salto dell’impegno e della chiarezza nella selezione della nostra classe dirigente. Senza alcuna remora”.
“La magistratura – scrive ancora Zingaretti – ha il compito di intervenire per sradicare ogni forma di illegalità, naturalmente preservando le garanzie degli imputati e assumendo, insieme a noi tutti, la regola della presunzione di innocenza. E questo deve valere sia per noi che per le indagini che vedono coinvolti esponenti dei 5 Stelle o della Lega, partito quest’ultimo sul quale spesso si affacciano inquietanti scenari proprio sulle forme di finanziamento. Poi però spetta alla Politica, con la P maiuscola, intervenire; politica che ha un altro compito da non sottacere: produrre una svolta vera che abbia come cuore una diversa idea della gestione del potere. E questo deve valere per tutti, a partire dai diversi livelli dell’amministrazione dello Stato. Sapendo inoltre che la corruzione si basa a volte su inquietanti collusioni anche di una parte malata dell’imprenditoria italiana”.
“Il potere – si legge ancora nella lettera a Repubblica firmata da Zingaretti – si deve gestire per servire le persone, questo è il punto. E non deve essere messo al servizio di chi lo gestisce. Non deve essere la magistratura a definire questo confine, ma è la politica rinnovata che bonifica e rende chiara questa distinzione. E tutto ciò avviene in primo luogo con la selezione della classe politica e con le regole di funzionamento interno delle forze politiche. Il Pd – conclude -, il nuovo Pd che guido da poco più di un mese, farà di questo impianto culturale e di governo il discrimine assoluto della sua identità. Sarà la nostra vera prima rivoluzione”.