"Come dice lo stesso Renzi siamo all’epilogo della storia di un gruppo dirigente che si era portato nella lotta politica il fardello di troppi risentimenti personali. Eravamo e speriamo di non esserlo più, troppo prigionieri di una specie di redde rationem interno alle nomenclature dei principali partiti. Direi che forse si sono finalmente conclusi i congressi del Pci e della Dc. E in piu’ entrano in scena, con una soggettivita’ fresca ed innovativa, gli esponenti di una nuova generazione". Lo afferma Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Liberta’, in un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno.
"Il Pd di Renzi non e’ certo il mio album di famiglia – prosegue il leader di Sel -, ma di fronte a questa nuova epoca non intendo vivere la politica come orfano. Un interlocutore al quale ho il dovere di evidenziare subito delle contraddizioni. E’ stridente, infatti, – insiste Vendola – il contrasto tra un discorso pubblico cosi’ proiettato sul futuro, cosi’ spavaldamente sradicato dai riti e dalle liturgie della vecchia politica e il sostegno che Renzi garantisce a quel governo delle ‘piccole-larghe intese’, sintesi sublime della Prima e della Seconda Repubblica".
"Questo esito congressuale del Pd, – prosegue il leader di Sel – con un soggetto politico di cultura genericamente progressista, ma con una esibita radice culturale nel bipolarismo, lascia uno spazio molto grande alla propria sinistra, rende ancora piu’ marcata l’esigenza di aggregare le forze di una sinistra moderna, capace di radicalismo etico e di riformismo audace, cosa ben diversa da nostalgia, reducismo, estremismo. Spero che nella testa di Renzi ci sia l’obiettivo di aggregare forze, storie, culture, il mito dell’autosufficienza ha gia’ fatto molto male"
Discussione su questo articolo