La realtà è una sola e i fatti non possono essere nascosti da strategie di disinformazione: in Parlamento, l’unica forza politica che si è schierata contro la “tassa sulla sanità per gli italiani all’estero” è stato il MAIE.
Alla Camera dei Deputati, l’unico voto contrario è arrivato dal deputato Franco Tirelli. E pensare che qualcuno mette in dubbio l’autonomia e l’indipendenza del MAIE. Ridicolo e bugiardo.
La sinistra, pur essendo all’opposizione e pur dichiarandosi da sempre grande in difesa dello stato sociale (Welfare), ha scelto di sostenere una misura che discrimina cittadini italiani secondo la loro residenza.
La sanità pubblica significa garantire l’accesso alle cure a tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo di residenza. È una funzione inalienabile dello Stato. Con questa legge, invece, l’Italia crea – ancora una volta – cittadini di serie A e cittadini di serie B.
Inoltre, l’unico deputato di sinistra eletto in Sud America, cioè nell’area più colpita da questa legge, ha perso l’occasione di difendere davvero i suoi elettori. Pur essendo all’opposizione e pur dichiarandosi contrario alla misura, non ha avuto il coraggio di votare contro, preferendo obbedire alla linea del partito.
Ancora una volta si conferma la teoria del “soldatino di partito”: si va a Roma a seguire gli ordini della segreteria, anche quando significa danneggiare chi ti ha eletto.
E i più colpiti saranno proprio i pensionati all’estero – sì, quelli che hanno lavorato una vita in Italia, versato contributi in Italia e continuano a pagarvi le tasse – che ora dovranno sborsare questa tassa sanitaria per poter usufruire pienamente delle strutture italiane. Chissà cosa ne penseranno i patronati.
Di fronte all’evidenza del proprio voto e della scelta di sostenere la misura del Governo, al deputato del PD non resta che attaccare il MAIE e cercare di confondere le acque.
È così disperato nel tentativo di deviare l’attenzione che arriva persino a negare il voto negativo del MAIE sulla legge di cittadinanza, sostenendo – in modo ridicolo – che “la voce del MAIE non è stata ascoltata”.
Arriva persino a sostenere che la proposta di cittadinanza del MAIE mantenga le limitazioni generazionali, quando invece fa esattamente il contrario. E naturalmente si guarda bene dal ricordare che la prima a proporre la limitazione a due generazioni fu una senatrice del suo stesso partito: Francesca La Marca (video in questa pagina, ndr).
La verità non sta nei comunicati né nelle polemiche mediatiche: sta in come si vota, o in come si scappa dal voto. La difesa degli italiani nel mondo deve stare al di sopra degli interessi di partito. Sempre.
*Consigliere CGIE per il Venezuela e Coordinatore MAIE per le Americhe






























