La Fondazione Mps e’ pronta a farsi da parte per sopravvivere. E’ questa la situazione in cui si trova oggi l’Ente senese, primo azionista storico della banca, a una anno e passa dalla dura ristrutturazione di oltre un miliardo di debiti. L’indicazione e’ emersa dalla bozza del documento programmatico non ancora reso noto, in cui viene scritto che Palazzo Sansedoni e’ disposto a scendere sotto la soglia del 33,5% per garantirsi la ‘sopravvivenza’ e l’equilibrio finanziario.
Un orientamento che, di fatto, andrebbe a combaciare con l’auspicio del presidente del Monte, Alessandro Profumo, da tempo disponibile a far entrare nuovi azionisti nella compagine azionaria della banca piu’ antica del mondo, purche’ di lungo periodo. Su questo e’ tornato l’amministratore delegato, Fabrizio Viola, che in un incontro con la stampa estera ha precisato che discussioni aperte non ce ne sono.
Tuttavia, alla Borsa l’idea del riassetto sembra piacere. A Piazza Affari il titolo in mattinata aveva strappato su queste indicazioni quasi il 5% beneficiando anche del via libera di Bankitalia ai Monti bond arrivato nel weekend. Nel pomeriggio, poi, il titolo ha annullato i guadagni (+0,65% a 0,261 euro) registrando comunque scambi sopra le righe (pari al 10% del capitale).
Sempre oggi potrebbero aver parlato della banca e aver ricostruito i fatti degli scorsi anni il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli e il presidente della Bce, Mario Draghi. Il numero uno dell’Eurotower ha fatto tappa infatti a Milano e incontrato il titolare di Via XX Settembre, domani atteso alla Camera per riferire sulla questione di Rocca Salimbeni. Sui temi dell’incontro le bocche restano cucite ma non si esclude che Mps sia stato quello centrale. Draghi all’epoca dei fatti era alla Banca d’Italia e fu proprio lui ad autorizzare l’acquisto di Antonveneta e a monitorare da vicino il Monte fino al suo passaggio a Francoforte.
Intanto il tema centrale della vicenda resta l’operazione su Padova, il boccone troppo grosso e mai digerito dalla banca che nel 2007 pago’ 10 miliardi al Santander per rilevarla. Un argomento al vaglio della magistratura senese che sta indagando su presunte tangenti insieme al caso dei derivati che provochera’ una perdita di oltre 700 milioni. Viola ha precisato di non avere evidenze di casi di corruzione in questo ambito anche se, intervistato a ‘Porta a porta’, ha detto ‘non li avrei spesi’ quattro miliardi in piu’ per comprarla dagli spagnoli. ‘Piu’ che altro non avrei comprato Antonveneta tutta per cassa’.
Commenti sul tema derivati sono arrivati invece da Profumo. Secondo il presidente la grande massa di titoli di Stato in portafoglio, che ha comportato la richiesta di 3,9 miliardi di Monti Bond, e’ stata comprata ‘per coprire le perdite dell’operazione Alexandria’ e ‘sono questi titoli che ora generano perdite’. ‘Si tratta di operazioni interconnesse’ all’acquisto di Antonveneta, ha concluso. L’esame del portafoglio dovrebbe passare al vaglio del Cda di Mps mercoledi’ 6 febbraio.
































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