Venticinque italiani, tutti parmigiani e appassionati della civiltà Maja, sono rimasti bloccati per due giorni nell’aeroporto di Città del Messico, senza cibo nè informazioni.
Tutto questo a causa di una tempesta unita all’eruzione del vulcano Popocatépeti e a un terremoto a Oaxaca.
Bloccati e senza ricevere nessuna assistenza, quindi.
Domenica pomeriggio, i turisti hanno dovuto fare i conti con un tifone connesso a una tempesta elettromagnetica, un’eruzione del vulcano Popocatépetl e movimenti tellurici nella vicina Oaxaca.
Proprio nella capitale le piogge, arrivate in certe zone a 50 centimetri, hanno paralizzato il traffico e l’aeroporto internazionale da cui i parmigiani stavano per imbarcarsi.
Per togliere l’acqua dalle piste sono stati così sospesi decolli e atterraggi. Dopo un’ora di ritardo i passeggeri sono stati fatti salire a bordo, ma poco dopo sono dovuti scendere e invitati a trascorrere la notte nel terminal. Senza sistemazioni, al freddo e accampati nell’area del Gate 68.
“AeroMéxico, la compagnia con cui volavamo – aggiunge un testimone – ha dichiarato di non poter fornire alcuna assistenza, poiché l’emergenza rientrava tra le cause di “forza maggiore”, escluse dai rimborsi e dai servizi di accoglienza previsti dalla compagnia”.
Dopo un’attesa infinita, la comitiva è ripartita e sbarcata a Fiumicino mercoledì 13 agosto alle 7 di mattina, ora italiana.































