"Per fortuna oggi non mi chiedono piu’ da che parte sto. Non voto e non sono piu’ visto come disertore. Faccio ormai parte della maggioranza assoluta". Cosi’ Enrico Mentana, direttore del tg di La7, in una lunga intervista al Fatto quotidiano nel giorno del suo 60/mo compleanno. Cairo, dice Mentana, "mi offre liberta’ assoluta e la cosa incredibile e’ che rompiamo le palle da sempre lamentandoci dell’assenza di un editore puro e io l’ho trovato dopo 35 anni di televisione. Magari fa delle cazzate, ma si occupa di carta stampata, editoria e televisione. Non di altro".
Mentana ripercorre il suo passato a Mediaset: "Fino a un certo punto del percorso, con Confalonieri come garante, ho fatto il cazzo che mi pareva. Per questa ragione non ce l’ho mai avuta con l’editore Berlusconi e fino a quando e’ stato possibile, pur essendo stato destituito dal Tg5, rimasi in azienda e mi diedi un’altra occasione con Matrix. Solo dopo il quadro si immalinconi’ e si corruppe". "Ma sono testimone del fatto che Berlusconi non e’ un angelo e non e’ un diavolo. Senza di lui non avrei fatto il Tg5". "Se non ci fosse stata alternativa all’informazione canonica, ne avremmo patito tutti. Un ruolo trainante, Berlusconi l’ha avuto eccome".
Mentana parla poi del mestiere del giornalista: "Ai pochi giovani che ho in redazione dico che bisogna essere concentratissimi e umili nel fare tutto. Il tipico giornalista di mezza tacca di oggi e’ quello che non essendo piu’ l’ultimo della fila, si monta la testa, storce il naso e si rifiuta di fare cio’ che improvvisamente considera sminuente. Senza capire che non c’e’ nulla di piu’ appagante del lavoro giornalistico in comune".
Discussione su questo articolo