Il colloquio con Silvio Berlusconi riportato oggi sul quotidiano “Libero” diretto da Maurizio Belpietro apre le danze alle reazioni e ai commenti degli uomini del Popolo della Libertà, che si schierano tutti dalla parte del proprio leader. Per Maurizio Gasparri, Vicepresidente del Senato, “l’atteggiamento da vero uomo di Stato assunto da Silvio Berlusconi in questi ultimi mesi e’ da guida per tutto il Pdl. E lo sara’ ancora di piu’ nelle prossime ore”. Il Cavaliere continua ad essere perseguitato dalla giustizia italiana: “il grave ed evidente accanimento giudiziario nei suoi confronti, le accuse basate su opinioni e non su fatti dimostrabili, non hanno fermato il grande leader del centrodestra italiano, al quale milioni di italiani continuano ad esprimere fiducia e apprezzamento”. A lui, “non possiamo che rinnovare amicizia e vicinanza”.
Mariastella Gelmini, vicecapogruppo vicario del Pdl alla Camera, è convinta che quella nei confronti di Berlusconi sia una “anomalia giudiziaria che da almeno due decenni caratterizza il nostro Paese”; una anomalia che “si trasforma nei fatti in un attacco alla intera storia e al progetto politico di Forza Italia”. Ma una cosa è certa: “nessuna sentenza potrà mai ledere la leadership di Berlusconi che e’ amato dal suo popolo – che negli anni gli ha riconfermato a piu’ riprese fiducia e affetto – e sostenuto dal suo partito".
Daniela Santanchè, la “pitonessa” berlusconiana, sottolinea: “la storia di questi vent’anni di accanimento giudiziario ai danni di Silvio Berlusconi ha sinora dimostrato che per il leader del piu’ grande partito di centrodestra la giustizia non c’e’. Pertanto sono e rimango pessimista, anche se fino all’ultimo mi auguro di essere smentita il giorno 30". Per Santanchè, “condannare Silvio Berlusconi significherebbe non solo punire un imprenditore di successo con l’unica colpa di essersi occupato non solo delle sue aziende ma anche della cosa pubblica immaginando di potere trasformare in meglio e ammodernare il nostro Paese, ma anche mettere in discussione quasi 10milioni di italiani". Se il 30 luglio davvero si dovesse verificare quello che l’esponente del PdL definisce un “attentato alla democrazia”, “quegli oltre 10 milioni di italiani” che hanno votato per Silvio “certamente non rimarranno in silenzio".
Fabrizio Cicchitto, esponente di punta del PdL, commenta: “Quando un leader politico dal momento in cui e’ sceso in campo e’ diventato oggetto di oltre 30 procedimenti giudiziari le alternative sono due: o ci troviamo di fronte a un serial killer o ci si trova di fronte ad un gravissimo, prolungato, sistematico uso politico della giustizia che ha stravolto e tuttora travolge la normalita’ della vita politica italiana".
Gaetano Quagliariello parla di “potere spropositato” dei giudici ma, intervistato dalla Stampa, assicura che sulla tenuta del governo vale quanto detto da Silvio Berlusconi: la sentenza non segnera’ le sorti dell’esecutivo. Il ministro delle Riforme è convinto che “la leadership di Berlusconi sia stata rafforzata da questa vicenda”.
Michaela Biancofiore, una delle amazzoni azzurre, intervistata da Repubblica avverte: in caso di condanna di Silvio Berlusconi, le dimissioni del Pdl non saranno solo dal governo, ma “saranno di tutti i parlamentari PdL. Lo abbiamo deciso in assemblea di gruppo, tutti d’accordo. Noi tutti siamo quel che siamo grazie a Berlusconi e gliene siamo grati. Le mie da sottosegretario sono pronte, come quelle dei ministri, se andasse male. Ma non ce ne sara’ bisogno”. Le dimissioni da governo e Camere “sono un doveroso atto di affetto nei confronti di Berlusconi, di vicinanza umana, di solidarietà”, spiega Biancofiore, che precisa: “L’ipotesi di far cadere il governo non l’abbiamo ancora discussa. Di certo non resteremo indifferenti, inermi”. L’amazzone pidiellina aggiunge che, oltre dalla dimissioni formali dei parlamentari azzurri, “scatterebbe la mobilitazione di piazza del popolo italiano che sta con Silvio”. Il messaggio del PdL, compatto, è chiaro: non toccate il nostro leader o sarà guerra.
































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