Spicca la tragedia della disperazione di Franco Cioni, che nel 2021 uccise la moglie malata terminale
A pochi giorni dal Natale, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha adottato cinque provvedimenti di clemenza individuale, firmando altrettanti decreti di grazia ai sensi dell’articolo 87, comma 11, della Costituzione.
Tutti i provvedimenti sono stati emanati a conclusione della prescritta istruttoria e con il parere favorevole del Ministro della Giustizia.
Le decisioni riguardano situazioni molto diverse tra loro, accomunate da valutazioni umanitarie, giuridiche e personali che hanno portato il Capo dello Stato a intervenire sulla pena.
Il caso di Franco Cioni
Il caso che più colpisce è quello di Franco Cioni, nato nel 1948, condannato a sei anni, quattro mesi e venti giorni di reclusione per l’omicidio volontario della moglie, affetta da una malattia in stato terminale, con la quale era legato da oltre cinquant’anni. Il delitto risale all’aprile del 2021.
Con la grazia concessa, Mattarella ha estinto l’intera pena detentiva residua, pari a cinque anni e sei mesi. Nella decisione hanno pesato i pareri favorevoli del Procuratore generale e del Magistrato di sorveglianza, le condizioni di salute del condannato, il perdono espresso dalla sorella della vittima e il particolare contesto umano e di sofferenza in cui maturò l’episodio.
Provvedimenti anche per Zeneli, Ciappei, Spezzuti e Hamad
La grazia integrale è stata concessa anche a Bardhyl Zeneli, nato nel 1962, condannato a un anno e sei mesi di reclusione per evasione dagli arresti domiciliari. Il Presidente ha tenuto conto dei pareri favorevoli delle autorità giudiziarie competenti, che hanno evidenziato come il fatto contestato – l’allontanamento dall’abitazione in cui l’uomo era sottoposto all’obbligo di dimora – non integrasse in realtà la fattispecie di evasione e non costituisse quindi reato.
Un altro provvedimento riguarda Alessandro Ciappei, nato nel 1974, condannato a dieci mesi di reclusione per truffa commessa nel 2014. La grazia ha estinto la pena residua di nove mesi e tre giorni. La decisione è motivata dalla modesta gravità del fatto, dall’occasionalità della condotta, dal lungo tempo trascorso e dalla situazione personale del condannato, che oggi vive e lavora all’estero, dove ha ricostruito il proprio percorso di vita.
Per Gabriele Spezzuti, nato nel 1968, condannato per reati in materia di sostanze stupefacenti commessi nel 2005, la grazia ha riguardato la pena pecuniaria residua. L’uomo aveva già espiato la pena detentiva fino al 2014 e restava da pagare una multa di 80mila euro su un totale di 90mila.
Nel concedere la clemenza, il Capo dello Stato ha considerato l’avvenuta espiazione della reclusione, il lungo tempo trascorso senza ulteriori reati e le disagiate condizioni di vita del condannato.
Infine, Mattarella ha concesso una grazia parziale ad Abdelkarim Alla F. Hamad, nato nel 1995, condannato a trent’anni di reclusione per concorso in omicidio plurimo e violazione delle norme sull’immigrazione per fatti avvenuti nel 2015.
La riduzione della pena residua è stata decisa tenendo conto del parere favorevole del Ministro della Giustizia, della giovane età dell’imputato al momento dei fatti, del lungo periodo di detenzione già scontato – oltre dieci anni – e del positivo percorso di recupero intrapreso in carcere, riconosciuto dal Magistrato di sorveglianza.
Nella motivazione viene richiamato anche il contesto particolarmente complesso e drammatico in cui si verificarono i reati, come sottolineato dalla Corte d’appello di Messina, che aveva evidenziato come solo l’istituto della grazia potesse ridurre lo scarto tra la pena legale e la dimensione morale della colpevolezza.
27 i provvedimenti di clemenza totali per Mattarella
Nel corso del suo secondo mandato, Sergio Mattarella ha esaminato 1.507 pratiche di grazia o commutazione della pena, concedendo complessivamente 27 provvedimenti di clemenza.
Di contro, 1.020 richieste sono state rigettate, mentre 220 sono state archiviate o poste agli atti e 240 archiviate per palese carenza dei presupposti. Un dato che conferma come l’uso della grazia resti uno strumento eccezionale, riservato a casi ritenuti meritevoli di una valutazione straordinaria, come quelli firmati dal Presidente della Repubblica a pochi giorni dal Natale.































