Sempre più ristoranti italiani nel mondo. Questo anche perché un sempre maggiore numero di chef italiani decide di aprirsi un proprio locale oltre confine. La cucina italiana, del resto, con i suoi ingredienti e le sue inimitabili ricette, è tra le più apprezzate al mondo.
Sarebbero oltre 2.000 i ristoranti italiani all’estero, con una presenza estesa dall’Europa all’Oceania. Secondo alcune statistiche, il primo paese per numero di ristoranti italiani certificati all’estero sono gli Stati Uniti con New York come città in vetta alla classifica. Poi Francia, Germania, Inghilterra, Spagna e Giappone.
Ma quali sono le lingue più richieste dai lavoratori del settore della ristorazione? Da una ricerca targata Berlitz – azienda internazionale di formazione linguistica e culturale su scala globale – è emerso che l’inglese, il francese e l’italiano posso essere definite ufficialmente le “lingue del cibo”.
Lavorare in cucina, soprattutto se in un ristorante stellato, richiede una predisposizione per le lingue straniere e imparare vocaboli e termini specifici delle preparazioni è il primo passo da compiere per chiunque decida di intraprendere la carriera di chef.
Il numero dei giovani chef italiani che desiderano lavorare fuori dal nostro paese tende a crescere sempre di più. Alle mete più conosciute, come New York, Parigi e Londra, oggi si uniscono destinazioni come Los Angeles, Dubai e Tokyo. Risulta quindi fondamentale, per queste giovani promesse, inserire nel loro piano di formazione lo studio di una o più lingue straniere che permettano loro di districarsi in cucina e non solo dal punto di vista delle preparazioni.
Spiegano gli insegnanti di Berlitz: “Il mondo dell’enogastronomia è multilinguistico. Si tratta di uno dei settori dove è più richiesto l’uso di diversi termini tecnici, tutti provenienti da culture linguistiche diverse e che hanno fatto la storia dell’alta cucina”. “Conoscere la terminologia però non basta per poter lavorare bene all’estero a livello professionale. Soprattutto in una cucina è importante riuscire a farsi capire in modo chiaro e diretto e non perdere il controllo”.