"Non vogliamo un autunno caldo di tensioni sociali" ma una stagione di "riconciliazione" con tutti quanti – giovani e lavoratori in primis – "sono esasperati da quanto hanno vissuto". Anche perche’ – avverte il premier Enrico Letta – senza la riconciliazione il rischio non e’ solo sul fronte sociale, ma riguarda anche l’euroscetticismo e l’antieuropeismo che potrebbero segnare le prossime elezioni parlamentari europee del 2014. E, in questo quadro, ”i prossimi mesi sono quelli importanti: c’e’ bisogno di agire”, a cominciare da crescita e lavoro, e’ il messaggio che il premier, alla vigilia del suo viaggio ad Atene, lancia dalla tv greca Alpha. Un messaggio di ”speranza” verso un Paese che, piu’ di altri, e’ stato travolto dalla crisi e da cure di austerity draconiane. Ma le sue parole sono rivolte anche, ancora una volta, all’Europa che ”deve essere simbolo di speranza e non di disperazione”, dira’ il premier italiano domani ai greci, ricordando anche a Bruxelles che il 2014 deve essere "l’anno della svolta". Una grande occasione per una Ue diversa, migliore, che guarda al futuro piu’ centrata sul ruolo della crescita e del lavoro". "Dobbiamo lavorare insieme. Dobbiamo considerare l’Europa una grande opportunita’: la possiamo cambiare insieme", spiega il premier a pochi mesi da un anno, il 2014, che vedra’ proprio Atene (nel primo semestre) e poi Roma (nel secondo) alla guida della presidenza di turno dell’Ue. Bruxelles ”puo’ essere una grande occasione: un’Europa che guarda alla parte piu’ debole delle nostre popolazioni”, ribadisce cosi’ Letta senza tuttavia dimenticare l’importanza di tenere la barra sull’obiettivo del risanamento dei conti. ”Questo non vuol dire” infatti che l’Ue ”puo’ tollerare comportamenti non virtuosi: siamo tutti nella stessa moneta e dobbiamo garantirci a vicenda che nessuno faccia il furbo”. E va fatto con regole che ”ci permettano di fidarci uno dell’altro e guardare al futuro”.
Atene ha ”fatto passi avanti molto importanti nei mesi scorsi ed e’ interesse di tutti, nostro e di tutta L’Europa, che siano passi avanti definitivi. Un punto di non ritorno dal passato". Il premier lasciera’ cosi’ domani una Roma infuocata, non solo per l’ondata di calura, ma anche e soprattutto per le tensioni sui suoi provvedimenti ‘chiave’ e la maretta nel Pd. E volera’ ad Atene dove interverra’, lunedi’ mattina, ad un incontro proprio sull’Ue e le vie di uscita dalla crisi, per incontrare, tra gli altri, il suo ‘collega’ Antonis Samaras. Per parlare di ”speranza”, di crescita, di lavoro, di ”un autunno di riconciliazione”. Ma anche dell’avvicendamento Grecia-Italia alla presidenza dei due semestri Ue 2014. E, ancora, del gasdotto Tap (Trans Atlantic Pipeline) che l’ha spuntata sull’altro progetto, il Nabucco, e portera’ in Italia dall’Azerbaigian – attraversando Turchia, Grecia e Albania e poi l’Adriatico fino in Puglia – circa 10 miliardi di metri cubi di gas. Segnando una nuova importante ‘via’ di approvvigionamento energetico per un paese come l’Italia la cui dipendenza e costi energetici rischiano da sempre di pesare sulla competitivita’ del sistema paese. Un dossier importante che presto – conferma il premier – lo vedra’ anche in visita a Baku in Azerbaigian. Terminata la parentesi greca, lunedi’ pomeriggio, il premier sara’ gia’ di rientro in Italia per tornare sulle spinose questioni interne alla vigilia dell’attesa sentenza della Cassazione su Silvio Berlusconi.
































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