Durante gli anni in cui ha occupato la carica di ministro degli Interni, Maroni ha dato ottimi risultati. Chi scrive apprezza inoltre la posizione della Lega in merito alla politica verso l’immigrazione e la concessione della nazionalità, che la sinistra e i suoi ignavi alleati vorrebbero invece scardinare, il che sarebbe nefasto per il futuro dell’Italia. È da condividere anche l’obiettivo della Lega tendente a una diversa destinazione della fiscalità. Ritengo infatti giusto che il 75% di quanto riscosso sia messo a disposizione della regione che lo ha prodotto, e il 25% ceduto alle regioni meno produttive, come contributo di solidarietà. Ma, dal punto di vista politico, a parte le anacronistiche e assurde pulsioni contro la bandiera italiana e l’inno nazionale, ci sono posizioni che invece non possiamo condividere.
Oggi Maroni è uscito con questa affermazione. A suo parere, il prossimo presidente della Repubblica potrebbe essere Mario Draghi, oppure Anna Finocchiaro. Sul primo caso non sono in grado di pronunciarmi, ma per la ex-comunista Finocchiaro non potremo mai essere d’accordo. Fino a quando nella sinistra prevarrà l’eredità comunista, e fino a quando la sinistra, nelle sue componenti della politica, dei sindacati, della magistratura, delle università, dei media, continuerà ad avere l’enorme potere di cui dispone da più di mezzo secolo, un reale ammodernamento dell’Italia mi sembra impossibile.
Eleggere la Finocchiaro al vertice dello Stato, significherebbe concedere ancora una volta alla sinistra il massimo potere della Repubblica. Perchè parliamoci chiaro. La vera posta in gioco alle prossime elezioni, è proprio l’assegnazione della carica di presidente della Repubblica. Chi ne avesse dubbi, pensi a quali sono le prerogative del Presidente. Nomina il presidente del Consiglio e i suoi ministri. Firma le leggi, o le rinvia alle Camere. Nomina un terzo dei membri della Corte Costituzionale. E’ presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, quindi di fatto controlla la magistratura e gli organi di polizia da essa dipendenti. Presiede il Consiglio Supremo della Difesa, ed essendo l’Italia perennemente impegnata in missioni militari all’estero, di fatto è il vero coordinatore della politica estera. Se questo fosse poco, ha in esclusiva il potere di sciogliere le Camere, da cui gli deriva un ulteriore enorme peso politico. Però non è eletto direttamente dagli italiani.
Dalla composizione del prossimo parlamento, sorgerà il nuovo Presidente, che durerà in carica sette anni. Fosse solo per questo, sarà imprescindibile il 24 febbraio non disperdere i voti e concentrarli sulla coalizione del centrodestra. Oggi, alla luce delle dichiarazioni di Maroni, mi rafforzo nella convinzione che sarà bene appoggiare ancora una volta Berlusconi e il Pdl, perchè condividiamo il suo primario obiettivo di riformare la struttura dello Stato. Delle due l’una. O si rafforzano le prerogative del presidente del Consiglio, oppure si sceglie la forma presidenziale. Ma, e qui sta l’enorme differenza, si dà agli italiani la potestà di eleggere il presidente della Repubblica, e la si sottrae alla discrezionalità dei parlamentari appena eletti.
Anche per questo, cari connazionali residenti all’estero, occorre riflettere se sia positivo portare in Parlamento rappresentanti di “partiti esteri”, di cui non si conoscono le posizioni sulle questioni che sono realmente vitali per l’avvenire dell’Italia.
































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