Si è svolta questa mattina al Senato la discussione di mozioni sulla crisi del Venezuela, che riguarda anche molti connazionali italiani residenti nel paese sudamericano. La mozione che vede come primo firmatario il presidente della commissione Esteri Pierferdinando Casini impegna il Governo ” ad adottare con urgenza ogni iniziativa utile, anche in sede di Unione europea e in collaborazione con gli organismi internazionali, per ottenere dal Governo venezuelano un atteggiamento costruttivo per superare la situazione critica in cui versa il Paese; per impegnarlo a ripristinare la separazione dei poteri e salvaguardare le attribuzioni dei diversi organi costituzionali; per favorire un dialogo effettivo e stringente tra i diversi livelli di Governo, l’opposizione democratica e la società civile; per ottenere la liberazione di tutti i prigionieri politici; ad adottare con urgenza ogni iniziativa utile, anche in sede di Unione europea e in collaborazione con gli organismi internazionali, per alleviare la grave crisi umanitaria del Paese, in particolare a favore dei soggetti più deboli della società; ad approntare un piano straordinario di assistenza ai connazionali residenti in Venezuela, anche attraverso un rafforzamento delle nostre strutture diplomatico-consolari; a continuare a sostenere i legittimi interessi delle imprese italiane che operano nel Paese e vantano crediti nei confronti del Governo”.
La mozione presentata dal Movimento 5 Stelle impegna invece il governo “ad avviare un dialogo con il Governo venezuelano, nel pieno rispetto del principio di non ingerenza negli affari interni di altri Stati, al fine di tutelare la sicurezza e il benessere dei cittadini venezuelani e in particolare degli Italo-Venezuelani; a rigettare con forza qualsiasi posizione oltranzista e ogni pratica violenta, supportando, con ogni mezzo necessario, l’iniziativa di pace della Santa Sede; a chiedere a Caracas di aumentare le misure di sicurezza a protezione della comunità italiana, predisponendo quanto necessario a garantire una vita tranquilla agli italo venezuelani nel Paese; a chiedere all’opposizione venezuelana di fare quanto possibile per isolare i violenti e ripristinare le condizioni di dialogo nell’interesse del popolo venezuelano; ad avviare una contrattazione per ripristinare i voli aerei da e per Caracas dal nostro Paese, agevolando i nostri concittadini nel Paese latino americano, anche con tariffe scontate; a sostenere procedure di pagamento dei crediti vantati dalle imprese italiane anche attraverso contropartite in petrolio, di cui il Paese è particolarmente ricco e i cui prezzi sono in ripresa, permettendo così il recupero delle ingenti somme vantate dalle nostre imprese in tempi più rapidi”.
Ma la crisi del Venezuela non mette d’accordo il Parlamento italiano: il Senato ha rimandato a martedì prossimo, 24 gennaio, la discussione delle mozioni presentate proprio per impegnare il governo a intervenire nella questione della grave crisi economica che del paese sudamericano, che colpisce anche i moltissimi cittadini italiani emigrati e lì residenti. Nonostante l’appello a far presto del presidente della commissione Esteri Pierferdinando Casini, primo firmatario di una mozione sottoscritta da diversi altri gruppi, la presenza di un’altra mozione del Movimento 5 Stelle ha orientato il governo a chiedere il rinvio in vista di un testo unitario. Il nodo è costituito proprio dalla differenza degli approcci delle due mozioni: quella di Casini infatti, come abbiamo visto, impegnava il governo “ad adottare con urgenza ogni iniziativa utile, anche in sede di Unione europea e in collaborazione con gli organismi internazionali, per ottenere dal Governo venezuelano un atteggiamento costruttivo per superare la situazione critica in cui versa il Paese”, in pratica prefigurando un dialogo Italia-Ue che vedesse il Venezuela solo come parte terza; quella di M5S invece impegnava il governo “ad avviare un dialogo con il Governo venezuelano, nel pieno rispetto del principio di non ingerenza negli affari interni di altri Stati”, quindi chiedendo un dialogo diretto con il governo di Maduro.
Secondo Casini in Venezuela la situazione “si è deteriorata in modo incredibile ed esponenziale negli ultimi anni. Nel dopoguerra la comunità dei residenti italiani in Venezuela era la prima per rimesse economiche sul territorio nazionale. Negli anni Settanta l’economia venezuelana era una delle principali economie del mondo. Oggi più del 20 per cento dei bambini in età scolastica è sottoalimentato e non è difficile vedere per le città venezuelane bambini, anziani, donne e uomini rovistare nella spazzatura per cercare qualche fonte di sostentamento. La criminalità è alle stelle”.
La Lega è intervenuta duramente sull’opportunità stessa di affrontare il tema Venezuela: “È una vergogna. Al Senato invece di affrontare l’emergenza che piega il centro Italia si parla degli accordi con il Venezuela – ha dichiarato il capogruppo del Carroccio Gian Marco Centinaio – È l’ennesima prova che questa maggioranza non ha la volontà di affrontare il dramma che colpisce i terremotati. Per rispetto delle vittime, di tutti quei concittadini da giorni senza luce e riscaldamento bloccati nelle abitazioni sotto la neve e al gelo il Parlamento dovrebbe occuparsi solo di questo imponendo al governo di stanziare subito 100 milioni per risolvere nell’immediato la situazione”.
La mozione Casini sul Venezuela “non è affatto un’ingerenza, ma soltanto un richiamo ad un amico”. Lo dice il presidente del Comitato per le questioni degli italiani all’estero Claudio Micheloni, Pd, nel corso del dibattito al Senato. “Questo momento è di grandissima importanza per la comunità italiana residente in Venezuela: abbiamo più volte ricevuto delegazioni che sono venute qui ad illustrare le difficoltà e i problemi che incontrano, e hanno sempre denunciato il disinteresse della politica e dell’informazione”.
“In Venezuela – ha detto Micheloni – abbiamo avuto con i colleghi Montevecchi e Pagano l’incontro più drammatico che io ricordi con una comunità italiana all’estero, siamo usciti devastati e con un impegno: affrontare l’unica cosa concreta su cui potevamo intervenire, il pagamento delle pensioni. Devo ringraziare l’Inps, il ministero dell’Economia e i sottosegretari Amendola e Pizzetti perché da questo mese le pensioni avranno un tasso di cambio diverso: per noi è un cambiamento di poco conto, ma per i 5500 pensionati è un grande passo”.
Aldo Di Biagio, senatore di Area Popolare eletto nella ripartizione estera Europa, commenta così: “Dispiace che non si sia inteso cogliere l’opportunità di definire un celere impegno del Governo italiano sul complesso scenario della crisi venezuelana”. “Data la rilevanza del tema fa riflettere come il MAECI non abbia ritenuto opportuno sollecitare la presenza di un suo rappresentate in aula – sottolinea il senatore – che avrebbe di certo rappresentato una garanzia di efficacia e di attenzione”. Il senatore non lo dice, ma il suo dito è puntato verso il viceministro Mario Giro. Di Biagio conclude: “Mi auguro che martedì, alla ripresa dei lavori, si riprendano le redini del dibattito e si arrivi in maniera celere ad un’approvazione degli impegni, esorcizzando eventuali boicottaggi ed inutili polemiche, per definire un segnale di risolutezza del Paese verso le nostre comunità in un’area condizionata da una complessa congiuntura socio-politica”.