Egregio Sig. Presidente,
a Lei l’accorato appello di 60 milioni di Italiani ed oriundi Italiani nel Mondo che vedono in pericolo il loro migliore legame culturale con la madre patria: Rai International. Niente di piu’ che il continuare a parlare la lingua italiana puo’ unire questa seconda Italia che vive fuori dai confini della patria. Il giorno che le numerose comunita’ italiane che vivono e prosperano all’estero smettessero di esprimersi nel “dolce idioma”, quel giorno la loro identita’ culturale e nazionale smetterebbe di esistere.
Questi 60 milioni di italiani all’estero hanno sempre rappresentato quanto di meglio l’Italia in fatto di cultura, d’ingegno e di capacita’ possiede. Dal loro arrivo in terre lontane, spinti piu’ dal bisogno che dal desiderio di far quattrini, ovunque essi si siano stabiliti, in poco tempo hanno dato prova del loro coraggio e delle loro capacita’ facendosi onore e rendendo onore alla patria lontana che sempre e’ rimasta nei loro cuori e che, in certe circostanze, come dopo il secondo conflitto mondiale, hanno aiutato, con le loro rimesse. Sono trascorsi piu’ di sessant’anni da allora ma gli italiani nel mondo non hanno mai dimenticato le loro tradizioni, i loro costumi e l’attacamento alla natia Italia, e tanto meno il dolce idioma di Dante.
Prima i numerosi giornali in lingua italiana e, da un decennio, i programmi di Rai International hanno fatto sì che le generazioni di italiani all’estero potessero continuare a parlare la loro lingua di origine impedendo cosi’ l’assorbimento da parte delle nazioni che li hanno ospitati. Rai International, unica stazione nazionale che trasmette all’estero, possiede un’udienza che nessuna rete italiana puo’ vantare. Milioni di nostri giovani che avevano dimenticato l’italiano, grazie al programma sportivo “ La Giostra dei Goals”, che viene trasmesso ogni domenica ed ha un’udienza di circa 20 milioni di telespettatori, hanno ripreso a parlare la lingua dei loro padri e dei loro avi.
Ora la scure dei tagli imposti rischia di recidere questo cordone ombelicale tra noi e l’Italia e di chiudere per sempre quella finestra di cultura e di informazione che ci unisce. Potremmo capirlo se si trattasse di cifre enormi, ma non credo che i pochi milioni di Euro del bugget di Rai International siano quelli che salvino le finanze della nazione. Vi sono altri settori e ben altri sperperi inutili a cui mettere mano e non sugli spiccioli di Rai International, il cui misero bilancio e’ gia’ stato snellito nel passato.
Ci rivolgiamo a Lei, Signor Presidente, conoscendo quanto le stiano a cuore le sorti della nazione. Non sta a noi spiegare a Lei che e’ il Garante dell’Italia e delle sue istituzioni, quanto grande sia l’importanza dei 60 milioni di italiani che all’estero hanno saputo tenere alto il nome della madre patria. Soprattutto non va dimenticato il loro ruolo nell’introdurre, sviluppare e affermare il Made in Italy. In altre importanti occasioni Lei e’ stato generoso nel riconoscere l’operato di questa seconda Italia, ne ha vantato i meriti e le realizzazione, come pure Lei ha sottolineato quanta importanza abbia la sopravvivenza della nostra cultura e della nostra meravigliosa lingua. Ebbene, Signor Presidente, faccia sentire la Sua voce dove ve n’e’ bisogno, ed i 60 milioni di Italiani all’estero non lo dimenticheranno mai.
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