Roma – "Ognuno vive finché qualcun altro si ricorda di lui. Per questo motivo noi, oggi, siamo qui". Con queste parole monsignor Angelo Amati ha introdotto la messa in ricordo di Mirko Tremaglia celebrata ieri, mercoledì 28 gennaio, dalle 18.30 presso la chiesa di San Giovanni della Pigna a Roma.
Alla funzione, organizzata dal Comitato Tricolore degli Italiani nel mondo e curata in particolare dal coordinatore della segreteria Carlo Ciofi, erano presenti l’onorevole Roberto Menia, segretario generale del Ctim, l’onorevole Mario Caruso, coordinatore Ctim Europa e deputato di Per l’Italia, e il senatore Aldo Di Biagio, Area Popolare. Insieme all’ex ministro degli italiani nel mondo, scomparso il 30 dicembre 2011, sono stati ricordati anche suo figlio Marzio e Bruno Zoratto, ex segretario Ctim.
"Ricordo con piacere la figura di Mirko, così come quella di Marzio e di Bruno – ha spiegato nell’omelia monsignor Amati -, ma soprattutto ricordo e desidero che si continui a ricordare la grande opera che il Ctim sostiene nel mondo, facendo da ponte con chi è solo all’estero e facendo così in modo che si senta meno orfano. Siamo qui per ricordare e per essere grati, perché anche se queste persone oggi non ci sono più, abbiamo avuto la fortuna di incontrarle. Di Mirko – ha concluso Amati – ricorderemo sempre la passione e gli ideali".
“Tremaglia è stato un uomo che vive ancora – ha esordito Menia, intervenendo durante la funzione per ringraziare tutti i presenti e spiegare lo spirito della commemorazione – perché aveva un sentimento di attaccamento intimo e sacrale verso la tradizione e anche per questo viveva così profondamente il senso profondo dell’italianità. Aveva capito, lui per primo, che l’Italia va ben oltre i suoi confini fisici e lo dimostra il fatto che stasera siamo qui, noi tutti. Siamo qui perché ci riuniamo tra persone che condividono gli stessi valori”.
Non è stato un caso che il ricordo dell’ex ministro si sia svolta proprio in quella che tutti conoscono come chiesa degli italiani nel mondo, un legame che lo stesso responsabile, don Giorgio, ha voluto sottolineare al termine della messa con un invito. "Vi ringrazio per quello che avete organizzato oggi – ha spiegato don Giorgio -, ma non lasciamo che si tratti di un caso isolato. Visto che questa è la chiesa degli italiani nel mondo, organizziamo più spesso momenti legati ai nostri emigranti, pensiamo a una festa o a una ricorrenza da celebrare con cadenza periodica, oppure organizziamo dei momenti di incontro. La nostra chiesa, che fa parte dell’Opera romana pellegrinaggi, è aperta e mette con piacere a disposizione i suoi locali”.
Un invito raccolto subito dal segretario Ctim Roberto Menia che, a margine dell’incontro, ha spiegato a ItaliaChiamaItalia: “Ho apprezzato moltissimo l’invito di don Giorgio, si tratta di un’iniziativa alla quale daremo volentieri seguito. È una bella idea, organizzare qualcosa che sia a metà tra la riflessione e la cerimonia e fare in modo, allo stesso tempo, che venga restituito il giusto riconoscimento a questo luogo, la chiesa dei migranti italiani”.
“Stasera si è tenuto un bel momento di comunità – ha aggiunto Menia a colloquio con Italiachiamaitalia.it -, ci siamo ritrovati tra persone che volevano un bene sincero a Tremaglia, i prossimi incontri si svolgeranno a Bergamo, a Toronto e in Germania, penso sia giusto andare oltre il ricordo banale, che si limita al pensiero di una persona scomparsa, e trasmettere invece il senso profondo delle battaglie in cui Mirko ha creduto e che non muoiono mai ma si ammodernano. È questo il senso dell’esistenza degli stati e delle nazioni, così come della banale vita di ognuno di noi”.
“Ogni anno celebriamo una messa in onore di Tremaglia, a marzo organizzeremo un incontro a Stoccarda nel quale ricorderemo anche Zoratto – ha spiegato l’onorevole Caruso -. Proseguiremo con questa tradizione perché intendiamo portarla a un livello mondiale, per coinvolgere più stati nei quali sono presenti i nostri connazionali”. “È stata una messa sentita, nella quale abbiamo visto un comitato vivo, che ritrova la forza di parlare di un uomo che è stato formidabile e che ha dato numerose soddisfazioni ai suoi collaboratori ed è riuscito a mantenere una promessa molto importante, quella di approvare la legge per il voto degli italiani all’estero".
Discussione su questo articolo