Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma, in un’intervista al Messaggero spiega che le ricerche che saranno effettuate nelle prossime 24 settimane saranno molto importanti: a novanta volontari viene iniettato il vaccino GRAd-COV-2, inventato e sviluppato dall’azienda di biotecnologia ReiThera di Castel Romano.
“Nei prossimi tre mesi inizieremo ad avere i dati sull’efficacia del vaccino che abbiamo iniziato a sperimentare. Non si tratta di arrivare prima degli altri, ciò che importa è fare bene le cose. E avere un vaccino italiano per Sars-CoV-2 è importantissimo, non dipenderemo da altri Paesi”.
“I 90 volontari – chiarisce Ippolito – sono persone rispondenti a tutti i requisiti, si lavora in massima sicurezza, sono tutti in condizioni ottimali. La fase 1 servirà a capire la risposta: se sviluppano gli anticorpi, se sviluppano due tipi di immunità, cellulare e umorale. Questa è la fase 1 e la valutazione viene fatta per otto volte nel corso delle 24 settimane necessarie. Successivamente la fase 2 riguarderà più pazienti, per arrivare infine alla 3. Nel frattempo bisogna sviluppare un modello per la produzione, cosa che già sta facendo ReiThera”.
Secondo Ippolito, “non è importante arrivare primi, ma farlo bene”. “E avere un vaccino italiano – sottolinea l’esperto – sarebbe importantissimo, perché ci renderebbe autonomi. Ce lo potremmo produrre, avendo noi il brevetto, senza condizionamenti. Inoltre, potrà anche essere utile avere più di un tipo di vaccino disponibile”.
“Detto questo – aggiunge – mi affido a ciò che ha detto negli Stati Uniti il professor Anthony Fauci, direttore dell’Istituto malattie infettive americano: vaccini su vasta scala potrebbero essercene nel primo trimestre 2021, ma dipende da come andranno le sperimentazioni”. “Fatale”, al contrario, sarebbe pensare che “il virus se ne sia andato”.