Caracas – In un momento di profonda gioia e legittimo orgoglio per tutta la diaspora italiana, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) – Circoscrizione Venezuela celebra la storica decisione del Comitato Intergovernativo dell’UNESCO di iscrivere la Cucina Italiana nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, durante la sua XX Sessione tenutasi a Nuova Delhi.
Questo riconoscimento rende la cucina italiana la prima cucina nazionale a ricevere tale onorificenza, segnando un evento significativo nella storia culturale mondiale.
Al di là dell’ambito gastronomico, la decisione dell’UNESCO onora uno stile di vita, un sistema di valori e un patrimonio culturale che è riuscito a superare confini, generazioni e continenti.
Per il Venezuela, sede di una delle più numerose, antiche e attive diaspore italiane, questo riconoscimento ha un significato profondamente simbolico.
La cucina è stata per decenni il luogo per eccellenza in cui si conservavano la memoria familiare, la lingua, gli affetti e l’identità. Lontani dalla patria, la tavola italiana è diventata la prima casa costruita dai migranti e il ponte più potente tra la terra d’origine e quella d’accoglienza.
“L’UNESCO non ha solo certificato l’eccellenza dei nostri ingredienti o la maestria dei nostri chef. Ha riconosciuto il valore sociale dell’incontro, del dialogo e della trasmissione culturale che nasce attorno alla tavola. In Venezuela, la cucina è stata un atto di resistenza culturale e un gesto d’amore quotidiano. Questo riconoscimento è un omaggio a ogni nonna che ha trasformato il cibo in identità e appartenenza. La Cucina Italiana è la più bella espressione della nostra doppia appartenenza”, ha affermato Antonio Iachini, Consigliere del Com.It.Es. Caracas e del CGIE per il Venezuela.
Un patrimonio vivente di conoscenze, sostenibilità e diversità
La candidatura, promossa dal Collegio Culinario in collaborazione con Casa Artusi e l’Accademia Italiana di Cucina, è stata valutata positivamente per il suo approccio olistico: la cucina come insieme di pratiche sociali, conoscenze artigianali e tradizioni trasmesse principalmente in forma orale.
L’UNESCO ha sottolineato il valore della diversità regionale della cucina italiana, il suo stretto legame con il territorio e la biodiversità, nonché i principi di sostenibilità ambientale che la caratterizzano. Concetti come la cucina povera, l’economia circolare, l’utilizzo integrale degli alimenti e la lotta contro lo spreco sono parte essenziale di questo patrimonio culturale.
Inoltre, il riconoscimento celebra un modello alimentare equilibrato, con comprovati benefici per la salute, che collega l’eccellenza gastronomica all’arte, al paesaggio, all’agricoltura e alla cultura italiana nel suo complesso.
Impatto culturale e proiezione economica globale
Questo riconoscimento va oltre il valore simbolico. La cucina italiana rappresenta anche un sistema economico e sociale di enorme portata: il 19% dei ristoranti con servizio a livello mondiale si ispira alla gastronomia italiana e nel 2024 il settore agroalimentare ha raggiunto cifre record a livello internazionale.
La decisione dell’UNESCO rappresenta un inequivocabile sostegno alla capacità di esportazione delle aziende agroalimentari italiane, autentiche ambasciatrici dell’italianità nel mondo, e ribadisce il loro ruolo strategico nella promozione di una cultura basata sulla qualità, la convivialità e il rispetto per il territorio.
Attualmente, l’UNESCO riconosce 788 elementi del Patrimonio Culturale Immateriale in 150 paesi. Da oggi, la cucina italiana fa parte di questo selezionato patrimonio comune dell’umanità.
Il CGIE – Circoscrizione Venezuela sottolinea che questo risultato comporta anche una responsabilità condivisa: proteggere, promuovere e trasmettere attivamente questo patrimonio in ogni parte del mondo, specialmente all’interno delle comunità italiane all’estero.
La cucina italiana è ufficialmente Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Un titolo che portiamo con orgoglio e che ci invita a continuare a condividere, attorno alla tavola, il sapore profondo delle nostre radici e dei nostri valori universali.






























