La vicenda di “Mirko” (nome di fantasia), quasi otto anni, riguarda un minore con doppia cittadinanza nato a Palermo da madre italiana e padre statunitense, imprenditore nel settore della ristorazione tra Manhattan e Brooklyn.
Dopo la separazione della coppia nel 2015 e il divorzio ottenuto due anni fa, l’affido prevalente era stato assegnato alla madre, pur mantenendo un rapporto costante con il padre e frequenti spostamenti tra Palermo e New York.
Nel 2021, però, il consolato americano di Milano revoca senza spiegazioni il visto della madre. L’anno scorso il padre propone di far frequentare a Mirko un anno scolastico a New York per rafforzare la conoscenza della lingua. La madre accetta, con l’intesa che il bambino sarebbe tornato a Palermo per Natale. Ma il rientro non avviene, nemmeno a giugno, al termine dell’anno scolastico.
A luglio la donna denuncia l’ex compagno. Il ministero degli Esteri chiarisce che il Consolato italiano a New York, insieme al Viminale, ha sollecitato l’attenzione delle autorità statunitensi e ha avviato contatti con il padre, inclusa una visita domiciliare.
È stata inoltre fornita assistenza legale per avviare un’istanza di ritorno del minore secondo la Convenzione dell’Aja.
«Voglio vedere mio figlio subito — afferma la madre —. Non posso attendere anni per esercitare il mio diritto e dovere di madre. Le autorità americane devono spiegarmi perché non posso incontrarlo».































