Andate a risentirvi il discorso sullo “Stato dell’Unione” di Ursula Von der Leyen davanti all’Europarlamento del 14 settembre 2022. Sosteneva che le sanzioni UE funzionavano così bene che per far funzionare le loro armi i russi erano costretti a usare i microchip di lavatrici e frigoriferi e che “l’industria russa è allo stremo” .
Nei giorni scorsi Marco Travaglio pubblicava i titoli dei più importanti quotidiani italiani lungo i tre anni e mezzo di guerra in Ucraina: c’è da arrossire “a posteriori” per gli errori di valutazione clamorosi, le ipotesi mancate, le notizie evidentemente “bufale” trasmesse e poi dimenticate.
Credo fermamente che si poteva chiudere subito la guerra con gli accordi di Istanbul dopo solo due mesi di conflitto (Putin chiedeva meno di oggi), ma la sottovalutazione della Russia da parte nostra è stata clamorosa, così come i presunti effetti delle sanzioni.
L’impressione generale è che ci continuano a raccontare quello che vogliono, mentre credo che saper invece filtrare le notizie con un po’ di scetticismo sia sempre utile per intravedere i diversi aspetti della verità.
La scorsa settimana, per esempio, la Polonia ho sostenuto che 16 droni russi (comunque disarmati) hanno attraversato il confine schiantandosi in territorio polacco fortunatamente senza causare vittime e con pochi danni. La Russia dice che non sono stati loro.
Consideriamo pure che non ci dica la verità, ma mercoledì 17 settembre i vertici polacchi hanno ammesso che potrebbe essere stato un loro missile aria-aria a distruggere involontariamente il tetto del fienile che abbiamo visto decine di volte in TV, e il presidente polacco ha chiesto una approfondita inchiesta ufficiale.
L’attacco russo sarebbe stata la volontà – sostiene la NATO – di “sondare” le capacità di risposta europee nella logica di una futura, progressiva invasione.
Per questo episodio la risposta occidentale è stata l’immediata mobilitazione di 40.000 (quarantamila) soldati polacchi, la chiusura del confine con la Bielorussia e diverse squadriglie NATO si sono levate in cielo – compresi aerei italiani – pianificando l’ipotesi di abbattere droni nemici anche prima che superino il confine.
Inoltre la NATO (senza soldi USA) ha avviato una iniziativa militare di 121 miliardi di euro (chiamata “Sentinella dell’Est”, importo pari a 3 volte la nostra “finanziaria”) per creare uno scudo contro i droni russi.
Nessuno nota qualche incongruenza? Nessuno pensa che così facendo si aumentano in modo esponenziale i rischi di una guerra generale? La colpa di questa escalation è davvero solo della Russia?
D’altronde la Von der Leyen, aprendo il giorno dopo il raid dei droni (incredibile coincidenza) il suo discorso dello “Stato dell’Unione” all’Europarlamento ha esordito con grinta e decisione tutta teutonica “l’Europa deve combattere!”. Lontani i tempi in cui l’Europa voleva essere mediatrice di pace o irridendo i russi sui chips delle lavatrici.
Ma se un paese o una Unione di Stati volesse realmente lavorare per la pace reagirebbe con calma, con note all’ONU o nelle sedi opportune (non c’è stata nessuna formale protesta polacca e forse solo adesso si capisce perché) proponendo – per esempio – la creazione di una striscia “no fly zone” vicino al confine bielorusso, proprio ad evitare di dare esca a reciproche contro-reazioni.
Se devo invece “giustificare” la continua richiesta di nuovi fondi per le armi ogni pretesto è utile per “dimostrare” il pericolo, esasperatamente poi amplificato dall’angoscia trasmessa quotidianamente dai media e con nessuna TV o giornale italiano che si ponga il “possibile dubbio” che qualcosa non quadri.
Poi c’è la questione dei caduti e delle forze perse dai russi. Kiev parla di un milione di morti o feriti gravi russi, per conquistare circa 10.000 km quadrati di suo territorio. Con questi ritmi solo per occupare l’intera Ucraina ai russi servirebbero decenni e caduti in numero maggiore di tutta la popolazione russa.
Il Corriere della Sera ha scritto che Putin è stato costretto a mettere in prima linea donne detenute nei penitenziari pur di rimpolpare i ranghi, tale è la difficoltà a reperire reclute; ma allora come potrebbe e perché mai la Russia dovrebbe attaccare mezza Europa? NON HA SENSO!!
Il mio convincimento è che questa guerra ha perso da tempo i connotati di una “guerra a difesa della libertà” per diventare un gigantesco vortice di interessi politici ed economici, che si alimenta con la paura e la disinformazione.
Infine uno sfogo: per favore basta con l’ipocrisia del mitizzare sempre papa Francesco (e ora papa Leone) salvo poi non tenere in alcun conto quello che la Chiesa ripete ogni giorno: “Basta guerra, ovunque e comunque, non sono le escalation che risolvono i conflitti”. Invece, purtroppo, tanti salamelecchi e poi tutto continua come prima anche nel silenzio ipocrita dei politici che si dicono cristiani. Sarebbe necessario un minimo di coerenza.































