Il governo di Silvio Berlusconi e’ in queste ore più in bilico che mai. Dopo l’incidente di ieri, che ha visto la maggioranza andare sotto alla Camera, anche se solo per un voto, il dibattito politico e’ accesissimo. Guardando all’episodio, alcuni parlano di complotto: Bossi era li’ nel cortile di Montecitorio e non ha votato; Tremonti era appena fuori dall’Aula, ma neanche lui ha partecipato alla votazione, cosi’ come non vi ha partecipato Claudio Scajola, che in mattinata aveva incontrato il premier a Palazzo Grazioli. Altri, tuttavia, insistono: nessuna volonta’ di far mancare i voti alla maggioranza, assicurano. Si e’ trattato di banali casualita’, il governo ha la maggioranza dalla sua parte e lo dimostrera’ chiedendo la fiducia al Parlamento nei prossimi giorni.
Incidente o meno, il Governo e’ andato sotto ancora una volta, in un periodo durante il quale invece dovrebbe mostrare massima compattezza.
Comunque stiano le cose, certo e’ che Popolo della Liberta’ e Lega in questo momento sono in grave difficolta’. Berlusconi e Tremonti sono sempre più distanti fra loro, Bossi sta dalla parte del Cavaliere ma non se la sente di dire che si arrivera’ certamente al 2013: fin quando durera’ il governo? "Non sono un mago, non so", si limita a dire. La sicurezza di un tempo non c’e’ più neppure nelle parole del leader leghista.
Nel PdL i frondisti guidati da Claudio Scajola intanto non nascondono più il proprio disagio per l’attuale situazione politica. Berlusconi questi malpancisti non li sopporta da tempo, e d’accordo con Angelino Alfano ha deciso di usare il pugno duro con chi, comunque si vedano le cose, tiene sotto ricatto continuo il Governo.
In tutto questo caos, il provvedimento sulle intercettazioni e’ stato rimandato, mentre si attende il voto sul decreto sviluppo. Un voto, per dirla col governatore Formigoni, da cui dipendera’ la tenuta dell’attuale esecutivo. Quest’aria di precarieta’, intanto, non piace a molti deputati, che – guardando come sempre al proprio interesse particolare – temono di dover lasciare il proprio seggio prima del tempo. E gli italiani? Sono tanti coloro che chiedono al governo di fare provvedimenti forti per la crescita del Paese. Secondo gli ultimi sondaggi, il 60 e passa per cento dei cittadini chiederebbe a Berlusconi di lasciare Palazzo Chigi. Ma noi sappiamo, da osservatori, che il Cavaliere non mollera’ mai, per nulla al mondo. Come finira’? Per saperlo, dovremo pazientare ancora qualche giorno: non solo fino alla prossima fiducia, ma – appunto – fino al voto sul decreto sviluppo, un decreto a cui il premier tiene molto, a cui sta lavorando in prima persona – coadiuvato da collaboratori e tecnici di primo piano – e nel quale quindi mettera’ la faccia. Il voto sul decreto sviluppo potrebbe essere in realta’ un voto su Berlusconi capo del Governo.
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