Otto Olimpiadi erano gia’ un primato, e poi quel fiume di medaglie che hanno attraversato generazioni, visto crollare il muro della sua Germania, e culminare in un crescendo nell’urlo d’oro di Sydney 2000. Josefa Idem, 49 anni il prossimo 23 settembre e trenta passati in canoa a pagaiare, e’ un monumento dello sport e nel giorno in cui entra a far parte del governo presieduto da Enrico Letta non poteva non mettere a segno il suo ennesimo record: e’ il primo campione olimpico, in Italia, a diventare ministro. A lei il dicastero delle pari opportunita’ e dello sport, naturalmente, e in tempo reale si qualifica con il nuovo ruolo sul profilo twitter. Nel mondo altri campioni a cinque cerchi erano gia’ arrivati tanto in alto: il mito del calcio, Pele’, in Brasile, l’astista Bubka in Ucraina, l’ostacolista francese Guy Drut ed e’ fresca di nomina la fiorettista venezuelana Alejanda Benitez, entrata nel governo di Maduro succeduto a Chavez.
Nata a Goch nel 1964, tedesca di nascita ma italiana per amore, la Idem nel ’90 ha sposato il suo allenatore Guglielmo Guerrini, diventando cittadina italiana due anni piu’ tardi. Mamma di Janek e Jonas, ha chiuso con l’attivita’ agonistica ai Giochi di Londra, la sua ottava meraviglia, in cui per un soffio ha mancato l’ennesimo podio di una carriera che definire inimitabile e’ riduttivo. Da sempre impegnata anche nel sociale, tra il 2001 e il 2007 e’ stata assessore allo Sport del Comune di Ravenna: poi dopo il ritiro, tra le lacrime, comincia l’altra sfida della sua vita, vince le primarie in Emilia Romagna e viene eletta in Senato nelle liste del Partito Democratico.
Emblematico il titolo della sua autobiografia ‘Controcorrente’, per gli anni passati a sfidare canali e bacini di tutto il mondo, ma anche per la sua vena critica. ‘Mi tremavano le mani, sento la responsabilita’ e mi rimbocchero’ le maniche al servizio del Paese’ le parole della campionessa appena nominata. Una pasionaria nella vita e nello sport, con quell’amore per la canoa che e’ andata crescendo con gli anni, al punto di non sentire l’eta’ come un peso. Al punto di arrivare a 47 anni a disputare un’Olimpiade con avversarie nate dopo che lei gareggiava la sua prima (a Los Angeles nell’84). E a Londra, prima di dire addio alla canoa, era arrivata con cinque medaglie olimpiche e la consapevolezza di essere comunque nella storia: con quell’orgoglio di aver attraversato i Giochi piu’ belli insieme alle epoche, di quadriennio in quadriennio, mentre il pianeta cambiava i suoi confini. Poi la medaglia piu’ bella ai Giochi australiani, dopo sei ore di attesa nel bacino per il troppo vento. Complessivamente tra olimpiadi e mondiali ha vinto 6 ori, 11 argenti e 9 bronzi, per otto volte campionessa europea, ha vinto pure due coppe del mondo. Mai lo sguardo indietro, pure a quella giovinezza che ‘e’ una cosa che non torna’ diceva prima di Londra ‘ma non lo cambierei con l’esperienza e la tranquillita’ di oggi’. E dopo una vita di sfide adesso arriva quella per cui servira’ ancora allenarsi per vincere: ‘Rimango convinta che lo sport resti un importante strumento per costruire una societa’ migliore’ ha sempre detto. Un altro primato da inseguire per l’infinita Idem.
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