Renzi, secondo il governatore toscano Enrico Rossi, deve lasciare anche la segreteria del Pd. “Non sono mai stato un sostenitore della rottamazione – afferma in una intervista al Quotidiano Nazionale -. Renzi è una grande risorsa. Ha il diritto di candidarsi a rappresentare quell’area centro-liberal del partito. L’area che mi batterò perché finisca in minoranza. In democrazia succede così”.
Rossi analizza il 40 per cento del Sì: “Sento dire dai renziani che è il punto da cui ripartire. In quel numero c’è anche il voto mio e di mio padre che, assicuro, non siamo renziani. Semmai siamo Rossi. Consiglierei cautela”. Conferma la sua candidatura per il Nazareno: “Sì, ho scritto un manifesto politico e mi candido a fare il segretario e non il premier perché penso che il Pd abbia bisogno di quattro anni per costruire l’identità di questo partito che ancora non ha mai avuto un padre”.
Ma non un congresso subito: “Un congresso lampo sarebbe ancora una volta basato sui personalismi e non ne abbiamo bisogno. Il Pd deve riflettere, non può reagire in maniera stizzita. Dobbiamo andare a congresso, ma nei tempi giusti”.
A chi affiderebbe il Pd in questa fase? “A un segretario di garanzia, come fece a suo tempo Bersani con Epifani. Garantirebbe una battaglia congressuale più aperta”. E conclude: “Serve una svolta politica importante: piani di investimenti, legge contro la povertà”.
Discussione su questo articolo