“L’Italia è un grande Paese grazie ai suoi italiani, a quelli che vivono in patria e a quelli che vivono all’ester. Non sono cittadini di serie B e non possiamo continuare a trattarli come un bancomat a distanza”.
Con queste parole, Andrea Di Giuseppe (FdI) ha aperto il suo intervento alla Camera dei deputati sulla proposta di modifica dell’Imu, che prevede l’esenzione per gli immobili non locati dei cittadini Aire (italiani residenti all’estero).
Nel suo intervento, Di Giuseppe ha sottolineato che la casa in Italia non è un bene economico qualsiasi, ma un “legame affettivo, culturale e storico” con il Paese.
“Lo Stato deve smettere di tassare questo legame – ha aggiunto – e riconoscere gli italiani all’estero come una risorsa strategica per l’Italia, non come un semplice gettito fiscale”.
Il deputato ha richiamato anche il tema della doppia imposizione fiscale che penalizza molti connazionali, costretti a pagare sia nel Paese di residenza sia in Italia: “Questo è un meccanismo ingiusto che allontana, invece di avvicinare, chi vorrebbe mantenere o rafforzare il proprio rapporto con l’Italia”.
Il provvedimento, che interviene sulla legge fiscale 160/2019, mira a correggere quella che Di Giuseppe ha definito una “stortura” che danneggia milioni di italiani nel mondo.
“Non stiamo facendo un favore a qualcuno – ha precisato -, stiamo correggendo una stortura che ha colpito proprio quei connazionali che continuano a sentirsi italiani, anche vivendo lontano”.
Sostenuto da numerosi deputati della maggioranza, il provvedimento punta anche a favorire il recupero degli immobili degli italiani all’estero, sostenendo la vita nei piccoli borghi e rilanciando l’economia locale.
“Investire in questo legame affettivo – ha spiegato Di Giuseppe – significa portare persone, risorse, viaggi, consumi nei territori: dietro ogni casa di un italiano all’estero ci sono ritorni, famiglie, storie che si intrecciano con la nostra economia reale”.
Di Giuseppe ha legato il tema anche alla sfida demografica del Paese: “Se smettiamo di trattare gli italiani nel mondo come un bancomat e iniziamo a considerarli davvero una parte viva della nostra comunità nazionale, possiamo trasformare l’inverno demografico dell’Italia in una nuova estate demografica. Il rientro, anche temporaneo, di tanti connazionali e dei loro figli, passa anche da scelte fiscali come questa”.
“Con questa proposta – ha concluso – il Governo rafforza il legame con una diaspora che supera i 7 milioni di italiani e riafferma l’importanza degli italiani all’estero come ambasciatori dell’Italia nel mondo e come parte essenziale del futuro del nostro Paese”.































