Laura Boldrini, presidente della Camera, intervistata dal Corriere della Sera, racconta: “Quando sono arrivata, con gli occhi di una persona inesperta mi sono sorpresa di quante lungaggini ci fossero. Ogni volta che chiedevo spiegazioni, mi rispondevano: ‘Lo dice il regolamento’. E allora cambiamelo questo regolamento, ho detto. Ora la riforma è quasi pronta. I relatori hanno fatto un enorme lavoro del quale li ringrazio. Auspico che il loro sforzo sia premiato con l’approdo del testo in Aula a settembre. Sarà una piccola rivoluzione".
La riforma, sottolinea Boldrini, permetterà che i disegni di legge "che il governo definirà urgenti, non più di un certo numero ogni tre mesi, la Camera si pronuncerà tassativa mente entro 30 giorni: 25 giorni per l’esame in commissione, più 5 per l’Aula". Inoltre "le proposte di iniziativa popolare dovranno essere esaminate, non come ora che rimangono nei cassetti. Il lavoro sarà concentrato nelle commissioni mentre il lavoro in Aula sarà snellito. La procedura di approvazione dei decreti legge sarà meno barocca, ma il governo non avrà più bisogno di ricorrere come ora a continui decreti e voti di fiducia. Basta con i testi di legge illeggibili: il comitato per la legislazione dovrà intervenire sempre per assicurare norme comprensibili".
I diritti delle opposizioni inoltre "saranno garantiti con diverse misure. Ad esempio avranno, più di quanto non accada oggi, il diritto di far esaminare e votare un certo numero garantito di disegni di legge".
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