La fiducia nella cautela. O l’ottimismo della volonta’. L’Italia del calcio non ha bisogno di attingere a formule del genere, al di la’ della diplomazia del suo ct, per varare definitivamente il Prandelli 2. Un governo tecnico gia’ saldamente insediato benche’ ancora con mandato esplorativo. ‘I complimenti fanno piacere ma non danno punti – dice Prandelli provando a congelare gli entusiasmi del dopo Brasile – Siamo solo all’inizio, abbiamo ampi margine di miglioramento: ma se continuiamo cosi’, potremo battere anche quelli che ora sembrano imbattibili’. Fischieranno le orecchie alla Spagna, dominatrice nella finale europea, eppure Prandelli per ora pensa solo a Malta. E alla successiva trasferta di Praga, il 7 giugno, perche’ nelle due partite ‘servono 6 punti’. Il piano e’ chiaro, oltre che molto pragmatico: ottenere al piu’ presto la qualificazione ai Mondiali, ridurre al minimo i danni della Confederations di giugno (‘chi l’ha fatta in passato mi dice che possono esserci serie controindicazioni, a fine stagione’) e poi dedicarsi completamente a sperimentare; con volti nuovi per completare il gruppo e nell’affinamento dell’identita’ tattica. ‘Voglio una squadra capace di fare due moduli, di cambiare a partita in corso’, dice Prandelli dopo che ieri gli azzurri hanno brillato con il 4-3-1-2 nel primo tempo e fatto male nella ripresa al Brasile col 4-3-3. ‘Il secondo modulo era la mia idea di partenza, ma servivano alternative che solo ora abbiamo: e’ un modo di giocare dispendioso e potenzialmente rischioso, ma se lo sai fare anche redditizio. Dobbiamo lavorarci ancora molto’.
Italia a due volti, dunque. Ma con una filosofia chiara: ‘Abbiamo cambiato il modo di affrontare la partita, con coraggio e senza braccino corto di fronte ai campioni. Siamo l’unica nazionale ad aver affrontato tutte le prime dieci al mondo, e’ il solo modo per crescere. Pero’ gli errori di ieri ci dicono molto – puntualizza pignolo Prandelli – Siamo stati persino troppo entusiasti nell’attaccare, perdendo equilibrio sui contropiedi del Brasile. In fase offensiva, dobbiamo migliorare la profondita’. E andare a far male davvero’.
Quale dei due moduli sara’ scelto per andare a far male a Malta, e’ presto per dirlo (‘aspetto di vedere la loro partita di stasera, e comunque credetemi: sono piu’ organizzati del Brasile’). La squalifica di De Rossi favorisce il ricorso al tradizionale centrocampo a quattro, oltre a togliere legna al fuoco di un dualismo all’orizzonte: ‘Pirlo e De Rossi? Sono entrambe adatti ai due moduli, anche Andrea puo’ fare il 4-3-3. Purche’ gli altri due centrocampisti trovino maggior copertura…’. Ci sara’ tempo per l’esperimento di Cerci, ‘cresciuto moltissimo in continuita’, rispetto a quando faceva cose strepitose ma spariva per minuti e minuti’. Se per lui il paragone con le grandi ali del passato sembra ancora spropositato (‘Bruno Conti aveva piu’ fantasia, lui e’ piu’ attaccante’) quello tra Balotelli e Riva comincia a diventare non piu’ blasfemo. ‘Ma Gigi e’ inarrivabile, anche per numero di gol – sorride Prandelli – Trascinava la squadra alla vittoria. Anche Mario fa reparto da solo, ma non ha ancora la sicurezza di Gigi’.
D’altra parte Prandelli e’ convinto che Balotelli sia lo specchio di questa Italia: potenzialita’, un grande futuro davanti, ma lunga strada ancora da percorrere. ‘Non dimentichiamoci – rammenta a tutti il ct – che due mesi fa lo davamo in un vicolo cieco: e’ sbagliato alzare ogni volta un po’ di piu’ la sua asticella. Ora ha trovato serenita’, vicino a casa sua e agli amici veri, che non gli dicono bravo quando sbaglia. Sono questi i momenti in cui gli devo dire ‘cerca l’equilibrio dentro di te’. Ha ancora molta strada, e non si fossilizzi sul 4-3-3 che pure gli e’ piu’ congeniale. Mi e’ piaciuto che ieri si sia dato un 6 per i tanti errori sottoporta: non si ferma alla gioia del suo gol’. Esattamente come l’Italia, che non si accontenta della bella serata col Brasile, ma vuole reggere a lungo col governo Prandelli.
































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