BILANCIO | Berlusconi: “Aumentare le pensioni e detassare le assunzioni dei giovani” [VIDEO]

Uno degli obiettivi di Berlusconi è quello di “eliminare le cosiddette autorizzazioni preventive, che i Comuni e le Regioni devono dare a chi vuole costruire una casa o anche soltanto ricostruirla o migliorarla. I controlli del Comune ex post, quando la casa è finita"

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi, martedì sera alla festa di Natale del Monza, con la squadra, la società e gli sponsor, ha parlato anche di Legge di bilancio: “La pensione per gli anziani, abbiamo detto che nella legislatura la porteremo a mille euro. Bene, adesso con i pochi soldi che abbiamo possiamo cominciare a portarla a 600 euro. Poi con cento euro all’anno dovremo arrivare ai mille euro”.

Sul costo del lavoro: “La mia idea è detassare e decontribuire le assunzioni dei giovani tra i 18 e i 34 anni. Questo – ha aggiunto – dà a tutti gli imprenditori e a tutte le imprese una grande convenienza di assumere giovani per un contratto a tempo indeterminato e non gli costa più come con gli altri. Oggi se uno dà 1.500 euro a un suo dipendente, all’azienda costa due volte tanto, 3.300 euro”.

Uno degli obiettivi di Berlusconi, inoltre, è quello di “eliminare le cosiddette autorizzazioni preventive, che i Comuni e le Regioni devono dare a chi vuole costruire una casa o anche soltanto ricostruirla o migliorarla. Chi vuole costruire una casa manda una lettera raccomandata, con ricevuta di ritorno al Comune di pertinenza, e il giorno dopo comincia a lavorare. I controlli del Comune ex post, quando la casa è finita”.

L’INTERVISTA A PANORAMA

Intervistato dal settimanale Panorama, il Cavaliere parla di politica: “In politica la coalizione che ho creato 28 anni fa e’ oggi al governo del Paese: grazie a quella mia intuizione il centro e la destra democratica, insieme, possono offrire un governo agli italiani”.

“Ogni volta che ho potuto fare qualcosa per rendere gli italiani piu’ liberi ho avuto l’intima soddisfazione di aver realizzato una parte di quella rivoluzione liberale di cui l’Italia continua ad avere bisogno”, aggiunge.

Qual e’ stato l’alleato piu’ leale, con il quale si e’ confrontato senza temere tradimenti? “Nel passato certamente Umberto Bossi. Superate le divergenze del 1994, con lui e’ nato un rapporto non solo di lealta’ ma di amicizia e affetto personale. Lo stesso che oggi mi lega a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni. Non per questo rinuncio ad affermare le idee di Forza Italia, che sono in parte diverse dalle loro; se cosi’ non fosse non saremmo una coalizione ma un partito unico. Pero’ la lealta’ e la solidarieta’ reciproca sono garanzia di un’azione di governo stabile ed efficace”.

Ripercorrendo gli anni ruggenti c’e’ qualcosa che non rifarebbe o rifarebbe in modo diverso? “No. Come dice una bellissima canzone di Edith Piaf, Je ne regrette rien, non rimpiango ne’ rinnego nulla. Se ho commesso errori l’ho fatto perche’ ho creduto troppo nella liberta’. E li rifarei”.

Secondo lei il governo di Giorgia Meloni puo’ migliorare il Paese? “Spero di si’. Vede, sono concetti che la sinistra per molto tempo ha ostracizzato, stravolgendone il significato. ‘Merito’ per esempio significa il contrario di ‘privilegio’: indica la possibilita’ di eccellere per chiunque, indipendentemente dai suoi natali”.

Su Renzi: “Spesso, quando ascolto Matteo Renzi, mi domando se non abbia scelto la metà campo sbagliata. Le sue analisi sono lucide e brillanti. Peccato che non ne tragga mai le conseguenze”.

Che titolo vorrebbe leggere su Panorama per sintetizzare la sua avventura? “Non vorrei leggerlo perche’ le sintesi si fanno alla fine. E io mi sento di dover fare e dare ancora tanto”.