Belluno continua a perdere giovani, soprattutto quelli più qualificati.
I dati contenuti nel FNE Flash Report 2025 della Fondazione Nord Est confermano un saldo migratorio costantemente negativo tra i 18 e i 34 anni nel periodo 2011-2024.
Il numero dei cancellati dall’anagrafe per espatrio ha seguito una crescita ininterrotta, mentre gli ingressi – pur presenti – non riescono a compensare le uscite, aggravando la fragilità demografica del territorio.
La questione diventa ancora più allarmante se si osserva la composizione per titolo di studio: una quota significativa dei giovani che lasciano la provincia risulta laureata.
Belluno, pur non registrando la quota più alta di emigrati laureati tra le province del nord est esaminate, si posiziona nella fascia intermedia con il dato del 58,8%, evidenziando comunque un’emorragia costante di capitale umano qualificato.
Questa perdita non viene compensata da flussi in entrata equivalenti e i giovani stranieri che arrivano a Belluno provengono principalmente da Europa (36%), Africa (30%) e America centro-meridionale (17%).
Il confronto con altre province venete rafforza il quadro. Padova, Venezia e Treviso – grazie alla presenza di università, poli di ricerca e un mercato del lavoro più dinamico – registrano flussi negativi simili, ma con una maggiore capacità di attrazione in ingresso.
Ancora più significativa è la distanza con le province autonome di Trento e Bolzano: Trento combina una forte incidenza di laureati tra gli emigrati con politiche pubbliche attive per attrarre giovani; Bolzano, invece, ha la quota più bassa di emigrati laureati (35%), segno di maggiore stabilità e opportunità locali.
“A Belluno, il rischio è quello di un progressivo svuotamento di competenze, proprio mentre la competizione globale si gioca sempre più sulla conoscenza e sull’innovazione” – commenta la Presidente di Confindustria Belluno Dolomiti Lorraine Berton – “in questo contesto, iniziative come ABLE – Centro sviluppo Competenze Belluno Dolomiti, il polo formativo della Luiss Business School, il progetto Dolomiti Innovation Valley e l’orizzonte delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 rappresentano segnali concreti di inversione di tendenza”.































