L’azienda ha proclamato lo stato di crisi due anni fa ed ha tentato in piu’ occasioni, negli ultimi tempi, di portar via anche macchinari e prodotti. Loro, i 224 lavoratori della Om Carrelli di Modugno, ad un tiro di schioppo da Bari, non hanno intenzione di mollare e trascorreranno il Ferragosto con le mogli e i figli davanti ai cancelli della fabbrica. Gia’ da mesi gli operai sono accampati giorno e notte davanti allo stabilimento per far si’ che venga loro garantito un futuro occupazionale dopo che la Kion, proprietaria tedesca, ha fermato la produzione.
Si sono organizzati a gruppi e a turni, non di lavoro ma di vigilanza e di ronda, a piedi e in auto, all’esterno della fabbrica, 24 ore su 24. ”Anche a Ferragosto saro’ li’, davanti alla fabbrica, con mia moglie Packy e mio figlio di 10 anni” racconta Andrea Tempesta, operaio dell’Om Carrelli dal ’90. ”Ci saranno anche altri miei colleghi, che sono ormai diventati i miei amici piu’ cari, con le loro famiglie. Porteremo dei giochi per i bambini e mangeremo in strada, davanti alla fabbrica: questo sara’ il nostro ferragosto. Vogliamo ancora risposte – dice Andrea – sulle tante trattative saltate senza un perche’, vogliamo che quei carrelli non escano dalla fabbrica perche’ e’ l’unico modo che abbiamo per non essere ignorati dalla proprieta’, perche’ la proprieta’ si accorga di noi, delle nostre vite distrutte”. Nello stabilimento ci sono i carrelli elevatori prodotti dagli operai ed altri materiali per un valore di 18 milioni di euro. Fallite le trattative per la cessione dello stabilimento agli inglesi della Frazer Nash, la Kion sta provando a portar via con i camion carrelli e materiale. Gli operai – per i quali e’ stata prorogata pochi giorni fa la cassa integrazione (600-800 euro al mese) sino a giugno 2014 – finora lo hanno impedito anche se qualche notte fa il conducente di un tir e’ riuscito ad eludere i cassintegrati forzando un cancello secondario e portando via dalla fabbrica alcuni pezzi.
Il sindaco di Modugno, Nicola Magrone, sta lavorando ad una proposta che ha lanciato gia’ da alcuni giorni, cioe’ quella di chiedere alla magistratura il sequestro di carrelli e materiali a tutela dei cassintegrati (l’azienda ha beneficiato di contributi pubblici per investire al Sud). In piu’ la sua idea di creare una cooperativa che subentri alla proprieta’ ha gia’ trovato il consenso della Lega delle cooperative ma soprattutto di 14 imprenditori locali. Un’idea, quella di chiedere il sequestro di carrelli e materiali, che ha subito trovato credito negli operai e nelle loro famiglie. ”Non si puo’ violentare le aspettative di 224 famiglie e restare impuniti”, ha scritto in una lettera a Magrone la moglie di un operaio. ”Non si puo’ distruggere la serenita’ di uomini, donne, bambini, rubargli la possibilita’ di sperare solo ed unicamente per un maggior profitto”. In questo scenario di precarieta’ gli operai della Om cercano di non perdere i contatti con il mondo che li circonda. ”Domani sono di matrimonio – dice un altro operaio, Luigi Petroni – ma appena tornero’ a casa, una doccia, mi cambio e via verso la fabbrica. Con altri colleghi dobbiamo presidiare per tutta la notte, ci tocchera’ anche tra il 14 e il 15 agosto. Se qualcuno pensa che potremmo mollare, se lo dimentichi”.
































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