Non si è trattato di "feste a ritmo di flamenco, spigole e aragoste, rombanti circuiti di Formula Uno" ma "nel tritacarne politico-mediatico è forte la spinta, scopertamente strumentale, a dimostrare che ‘così fan tutti’. No, per quanto mi riguarda proprio no: non ci comportiamo tutti allo stesso modo". Così la presidente della Camera Laura Boldrini, in una lettera a Repubblica, interviene sulle polemiche seguite al suo viaggio in Sudafrica, per i funerali di Nelson Mandela, che l’ha vista usufruire di un volo di Stato insieme al suo compagno.
"Interesserà sapere che, in 9 mesi di mandato, l’aereo di Stato l’ho preso in una sola altra occasione – precisa -: il 4 novembre, per volare a Bari a rappresentare il Presidente della Repubblica in una manifestazione perla Festa delle Forze Armate. Le occasioni istituzionali non sarebbero certo mancate: sono state 96, fin qui, le iniziative alle quali ho preso parte lontano da Roma, comprese alcune missioni all’estero. Ma continuo a pensarla come la pensavo quando ero soltanto una privata cittadina: anche i ‘vertici’ istituzionali, tutte le volte che è possibile, devono spostarsi come i comuni mortali. Dunque aerei di linea, se si può low cost, e treni".
Riguardo alla presenza sul volo del suo compagno Boldrini precisa: "Le poche volte in cui lui mi ha accompagnato, nelle missioni alle quali accennavo, si è ovviamente pagato di tasca sua il viaggio (aereo o treno che fosse). Non un euro a carico dello Stato, come è sacrosanto. E in base allo stesso criterio ci siamo regolati per il viaggio in Sud Africa. Ma sentirei incompleta la mia risposta se mi basassi soltanto sul ‘costo zero’ della spedizione". E aggiunge: "Permettetemi di ribadire come assolutamente legittima la mia scelta di rappresentare la Camera dei Deputati alla commemorazione di Nelson Mandela; così come di considerare non inopportuna la presenza del mio compagno ad una cerimonia ufficiale, per le stesse ragioni per le quali il Presidente del Consiglio era insieme a sua moglie e altri rappresentanti istituzionali di altri Paesi avevano al fianco i rispettivi partners". E conclude: "E’ vero che viviamo al tempo dei forconi e che l’urlo è merce assai più diffusa del ragionamento. Però, da Presidente della Camera e anche da ‘italiana semplice’, voglio continuare a nutrire la fiducia che il nostro Paese sappia ancora distinguere tra la partecipazione ufficiale alla cerimonia funebre per un Grande della storia, ad un Gran Premio di Formula Uno o ad una festa estiva privata. Altrimenti vorrebbe dire che la gerarchia dei valori sui quali si fonda la nostra convivenza si è fatta davvero molto, molto confusa".
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